Sci: l’austriaca Schmidhofer vince l’oro nel SuperG, male la Goggia

Il Mondiale di sci dell’Italia comincia purtroppo senza un primo e, diciamolo pure, atteso acuto: la medaglia sfugge per 19 centesimi a Elena Curtoni, la migliore nel superG che ha aperto i campionati di St.Moritz, giunta quinta. Sull’oro mette le mani l’austriaca Nicole Schmidhofer, 28 anni, un talento luminoso a livello juniores (due titoli iridati ai Mondiali di categoria, oltre a un argento e a due bronzi) ma poi incapace di tradurlo in grandi risultati a livello seniores (giusto due podi minori, per lei, nella Coppa del Mondo). E’ proprio vero: il Mondiale è sempre una storia a sé ed è il luogo dei ribaltamenti dei valori, anche se poi, a ben vedere, chi fa da ancella alla sorpresa del giorno, ovvero la Weirather d’argento e la Gut di bronzo, esce dal nucleo delle favorite. A parte Nicole, che ha ammesso di aver pensato alla medaglia ma mai a quella più importante, una certa scala di valori, tra sorprese (dalla slovena Stuhec, per dire, ci si aspettava di più) o uscite illustri (quella della Vonn, che ha spigolato e che ha poi dichiarato di non sentirsi ancora a posto sul piano fisico) è stata rispettata.

Non era Sofia
Quello che non era in preventivo, chiarezza per chiarezza, era vedere una Sofia Goggia così poco in palla, incapace di mettere il suo marchio distintivo su una pista che non conosce molto ma che si sarebbe prestata alle sue caratteristiche: decima a 91 centesimi. “Ho toppato, sono scesa lasciando ampi margini qua e là. Non sono stata la Sofia che immaginavo e che volevo essere: è la prima gara della stagione in cui avverto un po’ di fervore dentro, ero agitata”. Davanti a lei è finita pure Federica Brignone (ottava), ottava, l’ultima italiana a scendere e a tenere viva la speranza del podio (Francesca Marsaglia, invece, era finita subito nella zona buia della classifica: diciassettesima, alla fine). Ma anche Fede non è riuscita a combinare al meglio i vari settori del tracciato: “Ho commesso qua è là degli errori e in una zona (la chiamano “banana”, ndr) sono finita proprio nel buco che contavo di evitare: ho avuto la percezione della velocità che scadeva. Ma nonostante questo, ci ho provato fino alla fine e sono contenta della mia prova”.

Ultime curve fatali
Gigantista fatta e finita, ma supergigantista ancora in divenire, la Brignone non era in ogni caso la più attesa. Lo era di più Elena Curtoni, terza nel superG di Val d’Isère: è partita con il numero 1, un rischio ma anche un vantaggio, e in fondo ha interpretato bene la gara. “Non rinnego la scelta del pettorale, anche se mentre scendevo avvertivo che qualcosa mi tratteneva: non capivo bene come reagiva la neve. Ci ho provato, però: mi sono fatta sorprendere da un dosso a metà e sono andata per la tangente, eppure ho continuato a tenere giù il piede. Ho perso la medaglia nelle ultime curve, mi sono fatta schiacciare. Peccato, sono andata davvero vicina alla medaglia: ero partita con l’idea di vincerne una ma adesso, essendo una persona dalla mentalità positiva, cerco di guardare alle cose positive che sono venute. Alla fine sono sempre lì con le migliori”. Anche Sofia Goggia, ad ogni modo, conta di non buttare via del tutto questo superG stregato: “Pure le esperienze negative servono e aiutano a crescere”. Sofi ha solo sparato la prima delle quattro cartucce iridate, il tempo dei bilanci può attendere. Avanti intanto con i maschi: stessa gara, domani 8 febbraio, nella speranza che il risultato sia diverso. Corriere.it