Molte le imprecisioni, o meglio fatti che non corrispondono al vero, presenti nell’articolo apparso su l’Espresso del 7 agosto a firma Gloria
Prima inesattezza: non erano soldi investiti in Obbligazioni Asset ma erano somme dei risparmiatori di Asset Banca.
Seconda imprecisione: la giornalista omette di dire che la sentenza del Tribunale di Forlì riconosce l’esistenza di entrambe le banche
senza che una sia uno sportello dell’altra.
Terza inesattezza gravissima: in Asset non esisteva nessun buco milionario, caso mai è stato provocato da un commissariamento reso illegittimo dal Tribunale di San Marino.
Quarta imprecisione: la giornalista non indica che l’operazione di 4 milioni e ottocentomila euro fu un’apertura di credito fatta da Asset allo Stato in pool con altre banche e l’iniezione di
liquidità di Banca Centrale è stata fatta dopo il commissariamento ripeto illegittimo.
Quattro omissioni e inesattezze nelle prime righe che mettono in discussione la struttura dell’articolo e che tipo di
informazione si vuol fare.
Rimango a disposizione della giornalista se avrà la bontà di voler conoscere le cose come sono in realtà sia in riferimento ad Asset che al Paese invitandola a pensare che sulla sua testa pendono 40.000 euro per la sua quota parte del debito dello Stato dove è probabilmente cittadina.
Stefano Ercolani