Le otto ore di sciopero – quattro ieri e quattro oggi – indette dalle organizzazioni sindacali alla Scm hanno riportato “un’adesione pressoche’ totale, mai così alta ultimamente”.
A sostenerlo – in una nota – è la stessa Rsu del colosso del legno riminese che, in mattinata, ha visto dipanarsi, per due ore, presidi ai cancelli dei suoi stabilimenti a Rimini, Villa Verucchio, Pesaro e Thiene.
“La risposta delle lavoratrici e lavoratori” al nuovo piano di riorganizzazione dell’azienda – si legge nella nota – e’ stata chiara: sono decisi e compatti nella volontà di affrontare la crisi in maniera solidale senza perdere posti di lavoro”.
E di fronte all’azienda che in un comunicato diffuso in mattinata ha considerato le richieste delle organizzazioni sindacali irricevibili la Rsu replica sottolinenado come quella avanzata dai sindacati sia “un’alternativa praticabile, che punta a mantere intatta l’efficienza aziendale ridistribuendo in maniera equa tra tutti lavoratrici e lavoratori la riduzione delle ore di lavoro”.
A giudizio della Rsu, infine, “non è sempre vero che la soluzione dei problemi è quella proposta dei dirigenti aziendali, visto che anche l’attuale crisi è stata innescata da scelte irresponsabili prese da manager e alti dirigenti aziendali (superpagati) non certo dai lavoratori, che la crisi la subiscono”.
“La risposta delle lavoratrici e lavoratori” al nuovo piano di riorganizzazione dell’azienda – si legge nella nota – e’ stata chiara: sono decisi e compatti nella volontà di affrontare la crisi in maniera solidale senza perdere posti di lavoro”.
E di fronte all’azienda che in un comunicato diffuso in mattinata ha considerato le richieste delle organizzazioni sindacali irricevibili la Rsu replica sottolinenado come quella avanzata dai sindacati sia “un’alternativa praticabile, che punta a mantere intatta l’efficienza aziendale ridistribuendo in maniera equa tra tutti lavoratrici e lavoratori la riduzione delle ore di lavoro”.
A giudizio della Rsu, infine, “non è sempre vero che la soluzione dei problemi è quella proposta dei dirigenti aziendali, visto che anche l’attuale crisi è stata innescata da scelte irresponsabili prese da manager e alti dirigenti aziendali (superpagati) non certo dai lavoratori, che la crisi la subiscono”.
