
Sono 9 i palestinesi uccisi durante scontri armati con l’esercito israeliano avvenuti a Jenin nel nord della Cisgiordania. Lo ha confermato il ministero della Salute locale che parla anche di 20 feriti, di cui 4 gravi. Tra i morti c’è anche una donna anziana.
“Un massacro compiuto dal governo di occupazione israeliano nel silenzio internazionale”, è stata la replica di Nabil Abu Rudeinah, portavoce del presidente Abu Mazen. “L’incapacità e il silenzio internazionale – ha aggiunto Abu Rudeinah – incoraggiano il governo di occupazione a commettere massacri contro la nostra gente di fronte al mondo”.
L’esercito israeliano ha aggiunto di aver condotto una “operazione di antiterrorismo” il cui fine era la cattura di “una cellula terroristica della Jihad islamica coinvolta pesantemente nella realizzazione e nella progettazione di molteplici attacchi terroristici, incluse sparatorie contro militari e civili israeliani”. In un comunicato del portavoce militare l’esercito afferma anche di essere al corrente che nel corso degli scontri a fuoco avvenuti oggi a Jenin “è stata colpita anche una civile palestinese. Le circostanze di questo episodio vengono ora accertate”. Nella ricostruzione dell’operazione, l’esercito ha precisato fra l’altro di aver scoperto all’interno di un edificio dove si barricavano miliziani palestinesi anche due ordigni pronti per l’uso. Sono stati fatti detonare da artificieri dell’esercito. Le forze israeliane non hanno avuto feriti, ha precisato l’esercito.
Il segretario di Stato americano Antony Blinken si recherà la prossima settimana in Israele, Cisgiordania ed Egitto, per sollecitare la fine delle violenze. Lo ha annunciato il portavoce del dipartimento di stato Usa, Ned Price. Blinken incontrerà il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu e il leader palestinese Abu Mazen e “sottolineerà l’urgente necessità che le parti prendano provvedimenti per ridurre le tensioni al fine di porre fine al ciclo di violenza che ha causato troppe vittime innocenti”, si legge in una nota.
Israele “pagherà il prezzo per il massacro di Jenin”. Lo ha detto il numero due di Hamas, e responsabile per l’organizzazione in Cisgiordania, Saleh al-Arouri aggiungendo, citato dai media: “La nostra resistenza non si spezzerà e la risposta arriverà presto”. Anche il portavoce della Jihad islamica palestinese Tariq Salmi ha sostenuto che “la resistenza è ovunque, pronta e volenterosa per il prossimo confronto”.
—
Fonte originale: Leggi ora la fonte