Scontri nel ghetto: cosa c’è dietro le aggressionie degli uomini di Soumahoro

Era lo scorso agosto quando nel ghetto di Torretta Antonacci si insediva l’associazione Anolf, dopo aver vinto il bando regionale per la gestione della foresteria. L’associazione, che opera a livello nazionale, se a Foggia è stata presa di mira da con aggressioni da parte degli uomini della Lega Braccianti, sul fronte Latina si scopre sia stata a fianco per anni dell coop di famiglia di Soumahoro. L’arrivo di Anolf nel ghetto ad Aboubakar Soumahoro non è mai piaciuto tanto che pubblicamente manifestò, con tanto di megafono e braccianti piazzati come comparse dietro di lui, rivendicando il diritto della tanto osannata autogestione. E se sui social il “diritto alla libertà” e la “protezione della dignità dei braccianti” ha conquistato molte persone, in quella terra di nessuno le belle parole si sono trasformate fin dall’inizio in violenza.

Il presidente Anolf Puglia, Mohammed Elmajdi, che è anche segretario territoriale Cisl di Foggia, è stato il primo nel mirino degli uomini del deputato tanto da essere aggredito il primo giorno che si è presentato al ghetto, come abbiamo documentato. “Mi hanno fermato mentre andavo a ritirare le chiavi, erano gli uomini della Lega Braccianti e dell’Usb. Mi hanno intimato di andarmene e mi hanno battuto sulla macchina. Alcuni li ho riconosciuti e li ho denunciati”, così raccontava a IlGiornale.it fornendoci anche la denuncia dove si leggono i nomi degli aggressori. Ad oggi Elmajdi non può entrare nel ghetto.

Una sorte simile è toccata al coordinatore Anolf che, solo qualche giorno fa – come ci ha riferito – , dopo la nostra visita a Torretta Antonacci è stato minacciato e aggredito. Una vera e propria lotta contro questa realtà che, abbiamo scoperto, sia collegata a Soumahoro più di quanto lui stesso voglia far credere a tutti. La stessa associazione, infatti, ha operato per anni a fianco proprio della Karibu, la coop di Latina che vede indagata la suocera di Soumahoro per truffa aggravata. È proprio il Comune di Latina nel dicembre 2018, quando Soumahoro era già insieme alla compagna Liliene, figlia di Mukamitsindo, a raccontare la collaborazione tra la coop di famiglia del deputato e l’associazione aggredita e presa di mira dagli uomini dell’ex sindacalista nella “sua” terra dei braccianti.

“Questa amministrazione ha sempre condiviso e incentivato la politica dell’accoglienza e dell’integrazione”, spiega l’amministrazione di Latina durante il convegno Associazioni di migranti, nuove energie per il territorio. A partecipare, ed essere ringraziate, le due realtà – Anolf e Karibu – che vengono presentate come partner del nuovo progetto. La stessa Marie Thérèse Mukamitsindo, presidente della coop pontina, affermò: “Aver visto due associazioni formarsi con tanto entusiasmo e vederle muoversi sul territorio ci ha riempito di orgoglio”.

Due pesi e due misure: nello scenario degradato di Foggia la Lega Braccianti, fomentata da Soumahoro, si scaglia – anche violentemente – proprio contro l’associazione che collabora con le coop della sua famiglia, a Latina lavorano insieme. Sembrerebbe quasi che quel finto alone patinato che la suocera del deputato ha dato per anni alle coop da lei gestite, rivelatosi poi film dell’orrore, fruttasse di più delle baracche del ghetto. Facile ruggire nelle terre di nessuno, ancora più facile far finta di non vedere di fronte alle istituzioni che aiutano.


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