C’è anche un arresto eseguito in provincia di Rimini tra i sei provvedimenti scattati nell’ambito dell’inchiesta su una violenta rissa avvenuta lo scorso 3 novembre a San Bonifacio, nel Veronese. A perdere la vita fu un uomo di 33 anni, di origine indiana, deceduto dieci giorni dopo il ricovero in ospedale a causa delle gravissime ferite subite.
L’episodio, avvenuto nel parcheggio di un centro commerciale, ha coinvolto oltre 40 persone appartenenti a due gruppi rivali della comunità indiana. L’origine della lite sarebbe legata a vecchie tensioni interne, sfociate in una vera e propria spedizione punitiva. Testimoni hanno riferito di una scena da guerriglia urbana: partecipanti travisati, armati di pistole, coltelli, spade, katane e spranghe, si sono affrontati con una violenza inaudita in pieno giorno, tra clienti e famiglie che hanno cercato riparo terrorizzate.
Durante lo scontro sono stati esplosi alcuni colpi di pistola: uno degli uomini è rimasto ferito, ma è stato poi dimesso dall’ospedale di Borgo Trento senza gravi conseguenze. Più tragico il destino del 33enne, che sarebbe stato investito da un’auto riconducibile a uno dei due gruppi, poi pestato selvaggiamente con bastoni e spranghe mentre era già a terra, secondo quanto ricostruito dai Carabinieri.
L’indagine, coordinata dalla Procura di Verona, ha portato all’identificazione di sei soggetti ritenuti responsabili a vario titolo del delitto e delle violenze. Gli arresti sono stati eseguiti in diverse province italiane, tra cui anche Rimini, dove risiedeva uno degli indagati.
L’operazione è stata condotta dai Carabinieri di Verona, che nel corso delle perquisizioni hanno sequestrato numerose armi bianche, tra cui spade e katane utilizzate nella rissa.
Il caso ha suscitato forte preoccupazione per la brutalità dei fatti e per l’impatto che l’episodio ha avuto sulla sicurezza percepita, avvenendo in un luogo pubblico frequentato anche da bambini.