Un’indagine partita da un semplice controllo fiscale ha scoperchiato un sistema ben oliato di frodi fiscali legate all’importazione di auto di lusso. Coinvolte decine di concessionarie in tutta Italia, da Rimini a Napoli, passando per le Marche e la Campania. Il bilancio? Oltre 15 milioni di euro evasi, 33 persone denunciate e sequestri per milioni.
L’operazione è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Cerignola e coordinata dalla Procura della Repubblica di Foggia. Gli accertamenti sono iniziati in seguito a un’ispezione su una società pugliese, risultata poi al centro di un sistema truffaldino che avrebbe consentito l’importazione e la vendita irregolare di oltre 300 auto di fascia alta: Ferrari, Lamborghini, Porsche, Audi, BMW e Mercedes, tutte vendute a prezzi anomali, ben al di sotto del valore di mercato.
Il meccanismo della truffa
Il cuore della frode era un sistema basato su fatture false, firme contraffatte e documentazione fittizia. La società cerignolana, rivelatasi un classico missing trader, fungeva da intermediario fittizio tra i fornitori europei e le concessionarie italiane. In pratica, acquistava formalmente i veicoli dall’estero, emetteva fatture nei confronti dei rivenditori italiani – tra cui concessionari riminesi – e poi spariva nel nulla, sottraendosi al pagamento dell’IVA. Il risultato? Un buco fiscale di oltre 4,5 milioni di euro solo in imposte evase.
Le due vie dell’evasione
Le indagini hanno evidenziato due modalità principali utilizzate per aggirare i controlli fiscali:
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La falsificazione delle fatture con l’indicazione fittizia del “regime del margine”, che consente di non versare l’IVA in certi casi di rivendita di beni usati.
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L’utilizzo di documentazione falsa presentata alle Motorizzazioni Civili, in cui si attestava l’arrivo delle auto dalla Repubblica di San Marino e il pagamento delle imposte da parte di una società sanmarinese… che in realtà non esisteva.
Coinvolte 10 regioni italiane
Oltre alla Puglia, sono risultate coinvolte concessionarie in Emilia-Romagna (Rimini compresa), Marche, Abruzzo, Campania e altre regioni italiane. La frode ha coinvolto sia grandi autosaloni sia piccole realtà locali, tutte accomunate dalla volontà di abbattere i costi e aumentare i margini di profitto in maniera illecita.
Denunce e sequestri
L’intervento delle Fiamme Gialle ha portato alla denuncia di 33 persone, tra cui 22 rappresentanti legali di autoconcessionarie. Il Tribunale di Foggia ha disposto 13 misure cautelari reali: sequestri preventivi di immobili, veicoli, conti correnti e quote societarie per un valore complessivo di svariati milioni di euro.