Slitta rispetto a quanto era stabilito, il voto della Camera sul decreto correttivo sulle misure anti-crisi, che contiene le norme sullo scudo fiscale. Parlando in Aula, dopo aver riunito i capigruppo, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha indicato nelle 13 di domani il termine unico della discussione, al di là del quale farebbe scattare la ‘tagliola’ per avere il voto finale. Fino ad allora, dunque, proseguono i lavori con l’illustrazione degli ordini del giorno. Positiva la valutazione del Pd, malgrado restino le critiche nel metodo, per il fatto che si sia scongiurato, affermano i Democratici, un precedente che avrebbe potuto avere delle conseguenze sulle future attività parlamentari.
UDC, OPPOSIZIONE EVITATO A CAMERE UMILIAZIONE
“E’ una vittoria dell’opposizione. L’intransigenza con cui abbiamo condotto la nostra battaglia è stata premiata evitando così al Parlamento l’estrema umiliazione di non poter manifestare neppure il dissenso”. Michele Vietti, presidente vicario dei deputati dell’Udc, interviene così sulla decisione del presidente della Camera di far slittare a domani il termine ultimo per il voto sul decreto che contiene le norme sullo scudo fiscale. “Nel merito – aggiunge Vietti – resta il giudizio fortemente negativo dell’Unione di Centro su un provvedimento nato come ‘condono fiscale’ per recuperare risorse economiche in tempo di crisi, ma poi trasformato strada facendo in ‘condono penale’ con cui coprire tutti i reati a danno dei risparmiatori”.
DI PIETRO CON ‘COPPOLA’, QUIRINALE NON FIRMI
“Lanciamo un estremo, ultimo appello al capo dello Stato affinché fermi per tempo una norma che sancisce definitivamente l’aiuto di questo governo e di questo Parlamento alla criminalità”. “E una legge che serve alla mafia”. E’questo l’appello che il leader dell’ Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ha rivolto al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, durante il sit-in di protesta dei parlamentari IdV in piazza Montecitorio contro l’approvazione dello scudo fiscale. Coppola scura in testa, sigaro in bocca “stile Cosa Nostra”, Di Pietro, affiancato da tutti i deputati IdV con altrettante coppole sul capo e dai due capigruppo Donadi e Belisario, aggiunge:” Il nostro un appello che l’IdV rivolge con la dignità di una forza politica che già sarebbe riuscita a fermare questa legge, se al momento del voto sulle pregiudiziali di costituzionalità, tutte le opposizioni fossero state presenti in Aula. Il capo dello Stato è l’ultimo baluardo per fermare una legge che permette ai criminali utilizzare denaro che proviene da attività illecite o delitti. Finora era vietato dal 648 comma bis e comma ter del codice penale, ora si introduce il 648 comma Silvio”. A fare da cornice a Di Pietro gli slogan dei giovani del partito, militanti e parlamentari impressi sui cartelloni come “Lo scudo fiscale serve al principale” e “Giorgio non firmare”. Di Pietro, circondato da una folta pattuglia di parlamentari ha attaccato anche il ministro Tremonti: “Dice che cos rientreranno 300 miliardi di euro? Non ne beneficeranno gli italiani, ma i delinquenti, che se li terranno stretti per poi riportarseli all’estero. Questi sono soldi che stanno fuori dall’Italia perché proventi di delitti. Questo riciclaggio di Stato”.
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