Scusatemi Ecc.mi Capitani Reggenti…di Michele Guidi (Orgoglio Operaio)

Mi scusi Ecc.issmi Capitani Reggenti

Io non mi sento italiano di  Giorgio Gaber,rivisto da un operaio..sammarinese

Io Orgoglio  Operaio sono nato e vivo a San Marino.

Io non mi sento più Sammarinese ma per fortuna o purtroppo lo sono ancora.

Mi scusi Ecc.issimi Capitani Reggenti non è per colpa mia ,ma questa nostra Patria non so più che cosa sia.

Sono un Operaio e non mi vergogno sono tre anni che c è la crisi a San Marino,per noi del mondo del lavoro ,quello vero ,quello sporco non ha portato tante belle cose,cassa integrazione mobilità e licenziamenti.

Le tante aziende che licenziano e tante altre che chiudono non ti permettono di ritrovare un nuovo lavoro  soprattutto se sei donna o un vecchio di 50anni ,se vecchio ci potete chiamare,tutto questo preoccupa il nostro stato e non  consente un reddito sicuro per le nostre famiglie e da un futuro per i nostri giovani.

Ci sono compagni che si vergognano di essere chiamati operai delle fabbriche sammarinesi…vivere del proprio lavoro ,essere pagato del proprio lavoro,dove ci sono operai ci sono fabbriche questa è la dura regola dell’economia che la si voglia chiamare vecchia o moderna,ma a San Marino abbiamo visto anche il contrario,cioè fabbriche senza operai…

Cosi ti sfottevano -Chi te lo fa fare di lavorare in fabbrica quando puoi fare un prestanome e guadagnare 10 volte di più senza fare niente,ancora oggi rispondiamo- Può darsi che sia una bella idea ma temo che una brutta poesia.

Oppure l’altra opportunità di lavoro..  sotto lo STATO..Vai a lavorare nella PA, un posto fisso e garantito: lì sì che sei sicuro che al 27 del mese c’è la paga, i bagnuc». Una volta era questo l’adagio che il genitore ripeteva al figlio in fabbrica ,appena diplomato o disoccupato, in cerca di quel tanto agognato posto fisso che gli avrebbe consentito la certezza di uno stipendio sicuro a fine mese. Pochi ma buoni i soldi del pubblico impiego, ormai sono spesso più alti delle pari categorie del privato, e la certezza di ottenerli il giorno di ‘San Paganino’ era pressoché matematica.

Mi scusi Ecc. issimi Capitani Reggenti non sento un gran bisogno dell’inno nazionale di cui un po’ mi imbarazza,in quanto molti cittadini ,non voglio giudicare,in questi anni ne hanno fatti di tutti i colori, ma non hanno nessun onesta e non hanno più pudore verso il mio paese,dove la mia famiglia pagò il prezzo più alto nel giugno del 1944 una delle 60 vittime del bombardamento fu mio nonno BATTISTA GIOVANNI GUERRA,tra l’altro ricordiamo le nostre vittime meno di un gran premio di Misano.

Io non mi sento Sammarinese ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Ecc.issimi Capitani Reggenti se arrivo all’impudenza di dire che non sento alcuna appartenenza.

E tranne alcuni politici nei libri storici e altri eroi gloriosi non vedo alcun motivo per essere orgogliosi sammarinesi e ritorno con la mente al fanatismo delle camicie nere  al tempo del fascismo con una guerra di liberazione e l’attivismo di quei compagni operai sammarinesi nel aiutare dal freddo e dalla fame  i nostri fratelli italiani ed i lori figli pagano il presso della nostra generosità con una tassa per i frontalieri .

Come popolo abbiamo permesso a chiunque di fare e disfare il nostro territorio chiamandola un bel giorno democrazia che a farle i complimenti ci vuole fantasia.

Io non mi sento sammarinese ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Questo bel Paese pieno di poesia oggi ha tante pretese,tanti vizi ,tante lussurie,difficilmente riusciremo a disfarcene,ma hai tempi dei nostri nonni si emigrava in paesi che consentissero di mangiare e di lavorare davanti a tante umiliazioni ma col tempo in riguardi per un popolo di lavoratori onesti e leali verso i paesi che li hanno ospitati sempre con la promessa e il desiderio di un bel giorno di ritornare.

Noi che non siamo stati capaci di approvare l’Europa non comprendendo di far parte del nostro mondo occidentale, ora cosi San Marino è la periferia, abbiamo fatto l’Italia con Garibaldi ora facciamo anche l’Europa.

Mi scusi Ecc.issimi Capitani Reggenti ma questo nostro Stato che voi rappresentate,dopo i tanti scioperi per essere considerati e rispettati, mi sono un po’ sfasciato è anche troppo chiaro agli occhi della gente che tutto è calcolato  e non funziona niente, dovete convenire che i limiti che noi operai  abbiamo, sono pochi,ma a parte il disfattismo noi siamo quel che siamo  e abbiamo anche un passato, una storia di un movimento operaio che non dimentichiamo fatto di sudori e pianti da non calpestare in un giorno.

Questo bel Paese forse ha poca memoria è poco saggio  con le idee confuse ,ma se fossi nato in altri luoghi  poteva andarmi peggio,abbiamo sempre difeso ciò che credevamo il lavoro la famiglia senza dare importanza alla ricchezza ,ai confini alla supremazia su altri popoli, insegnando alle nazioni cosa significhi L’ ESSERE UOMINI E DONNE LIBERI.

Mi scusi Ecc.issimi Capitani Reggenti ormai ne ho dette tante,c’è un’altra osservazione  che credo sia importante difendere e  ritrovare insieme la nostra qualità di istitutori di libertà e democrazia del mondo.

Un cordiale saluto da Orgoglio Operaio(Michele Guidi)