SE ANCHE I TEDESCHI BARANO… Il commento di David Oddone

oddone grassoNeanche il tempo di “elogiare” il ministro italiano alla cultura per avere assoldato i tedeschi ai vertici dei maggiori musei italiani, che veniamo clamorosamente smentiti dai fatti. E se anche il tedesco bara, allora non c’e? davvero piu? speranza.
Ed anche il vecchio detto “tutto il mondo e? paese”, da oggi appare piu? saggio. Ci riferiamo naturalmente alla faccenda delle Volkswagen truccate, che costeranno al colosso auto- mobilistico miliardi di euro, per non parlare poi del danno di immagine. E in questi giorni nei bar non si parla d’altro. “Visto i tedeschi? Gli sta bene”. E ancora: “Alla faccia della Merkel” e via discorrendo. Una “vittoria” che manco fossimo ai mondiali. Inutile nasconderlo: il tedesco sta sulle palle a tutti. Perche?

e? puntuale. E’ onesto. E? lavoratore. E? tutto quello che forse vorremmo essere e non siamo. Per questo un po’ d’invidia c’e?. E ora il tedesco ci sta antipatico al quadrato, perche? ci ha tolto pure quelle residue certezze che avevamo. Perche? mai come per l’italiano – ma il concetto calza anche per il sammarinese – l’erba del vicino e? sempre piu? verde. Cosi? quando ci trovavamo a fare i conti con le magagne nostrane o italiche, Berlino era sempre li?, quasi a squadrarci, e riportarci all’ordine. “Se fossimo la Germania”. Oppure: “Se assomigliassimo di piu? ai tedeschi”… “Hai visto i tedeschi? Da loro si? che le cose funzionano”. E invece no. Persino loro ci hanno tradito. Pure loro sono come noi, forse peggio di noi. Perche? magari da un italiano il giochino del software che “tarocca” le emissioni di anidride carbonica
te lo aspetteresti anche. Ma da chi, da anni, fa il “pippotto” a mezza Europa su come si deve stare al mondo, no, non lo puoi accettare. Da chi chiede l’austerity, da chi vuole imporre le pro- prie le regole sempre e comunque. Per chi si sente moralmente superiore, quanto successo e? molto, molto piu? grave. Eppure, paradossalmente, il rischio e? proprio quello di dire: se anche i tedeschi “rubano”, allora pure noi ci sentiamo in diritto di po- terlo fare. Viene in mente quella favola di Esopo, dal titolo “La volpe e il leone”. Una volpe che non aveva mai visto un leone, la prima volta che se lo trovo? davanti, provo? un tale spavento alla sua vista che quasi ne mori?. La seconda volta che lo incontro?, si spavento? si?, ma non proprio come la prima. Quando poi lo vide per la terza volta, trovo? tanto coraggio da avvicinarsi a lui ed attaccare persino bottone. Qual e? la morale? L’abitudine rende tollerabili anche le cose piu? spaventose.

 

David Oddone – Caporedattore La Tribuna