Se l’Europa da ragione a Putin … di Sergio Pizzolante

Se l’Europa fosse quella multicolore e multidirezioni della cartina, la Russia ci apparirebbe come un gigante.
Aggressivo, incombente, invincibile.
Persino la Turchia appare troppo grande per ognuno di noi.
Se poi la Russia e la Turchia si siedono al tavolo della Cina e se i singoli Stati europei e i popoli e i governi di questi Stati dovessero fare gli antiamericani, beh, nel pollaio europeo si divertirebbero le volpi e i cinghiali.
Sono animali che hanno assalito il pollaio, hanno cercato di buttare giù la porta dalle parti di Kiev e non ci sono riusciti.
Perché da quella parte non hanno trovati polli grassi e spennacchiati, vissuti in batteria.
Come da noi.
Se l’Europa fosse solo quella della carta, dei sovranismi nazionali, dei populismi di destra e di sinistra, di chi odia l’America, di chi vede ovunque le colpe dell’Occidente, non c’è partita.
Darebbe ragione a Putin.
Ma se l’Europa semi unita fosse quella di Bruxelles che balbetta sul tetto al prezzo del gas o sulla necessità di una politica comune, condizionata dagli umori e dagli interessi di piccoli Stati e piccolissimi leader, come l’Ungheria o l’Olanda o da grandi Stati con minuscoli leader, come la Germania, darebbe anch’essa sempre ragione a Putin.
Sempre. Lo stesso.
Ragione a cosa?
Su che cosa Putin fonda la sua presa sulla Russia fatta da ricchi oligarchi, piccola classe media e diffusa povertà?
Sul mito della grande madre patria Russa.
Sull’idea di potenza che fu.
Sulla propria diversità e superiorità antropologica. Presunta. Ma assunta come tale.
Dal popolo.
E sulla minorità morale dell’Occidente, dell’Europa. E della democrazia.
Come si fa ad imporre la dittatura?
Dichiarando molle e degenerata la democrazia.
Dichiarando la fine della democrazia liberale per la democrazia illiberale.
Non sono pensieri nascosti, sono esposti, ovunque, in patria e fuori.
Sono pensieri che corrono in Europa, sostenuti dai rubli.
È la beatificazione del massimo teorico del pensiero antieuropeo, in Patria, il filosofo bianco russo Il’in, che andò in Germania per parlare a Hitler, che invidiava Mussolini.
Sono pensieri e parole che Dugin porta a spasso in Europa e in Italia.
Come quelli portati a spasso, sempre con i rubli, ai tempi di Stalin e Lenin.
E sono pensieri e parole che armano i massacri in Ucraina.
La democrazia è il vero nemico.
La democrazia in Europa.
La democrazia ai propri confini.
In Ucraina ad esempio.
Va bene l’Ungheria.
Ecco se di fronte a tutto questo noi ci facciamo spaventare, diamo ragione a Putin.
Se facciamo le marce della pace senza bandiere , come dice Conte, diamo ragione a Putin.
Se continuiamo a dire che vogliamo essere sovrani saremo suonati. E soli.
Se continuiamo ad odiare l’America e l’Occidente i nostri nipoti ci odieranno per la nostra imbecillità.
Per essere stati molli, corrotti nelle viscere, imbelli, inconcludenti, vili, in lacrime davanti al termosifone.
Mentre i ragazzi ucraini muoiono nei sotterranei dei palazzi bombardati.
Sergio Pizzolante