“Se qualcuno vuole la guerra, che guerra sia!’’

IL DIRETTORE DI GIORNALESM SFIDA APERTAMENTE CHI HA OSCURATO IL SITO, VITTIMA DI UN ATTACCO HACKER

”Prima avevo qualche remora a pubblicare un certo tipo di notizie, ora non mi fermo più. E’ stata fatta una carognata. Chi ha ordinato questo piano non mi conosce. Ora vedrete…”

In parecchi ieri dopo avere letto il nostro editoriale hanno contattato la redazione per comprendere la vicenda che riguarda l’oscuramento del sito di informazione giornalesm, diretto dal giornalista Marco Severini. E proprio per capire meglio una situazione che ha dell’incredibile e rappresenta l’ennesima spallata alla stampa libera, abbiamo contattato lo stesso direttore Severini che ha risposto alle nostre domande, che poi sono quelle che da qualche giorno circolano in Repubblica, ovvero da quando il primo sito internet, in termini di visite, di San Marino, ha smesso di funzionare.

Direttore, che cosa è successo?

“All’inizio pensavamo potesse trattarsi di banali problemi tecnici. Poi invece abbiamo scoperto di essere stati vittime di un attacco hacker in piena regola. Sono abituato ad attacchi e già in passato ne siamo stati vittima in quanto dire la verità e pubblicare documenti che si vorrebbero nascosti fa male. L’unico modo per zittirci evidentemente è tapparci la bocca”.

Con chi ce l’ha?

“Mi pare chiaro che chi ha ordito questo piano è qualcuno che non aveva interesse che certe notizie venissero diffuse. Qualcuno da fuori – che evidentemente non mi conosce e non sa come reagisco ai soprusi – ma che ha collegamenti con San Marino. Siamo stati il primo media a pubblicare l’ordinanza sul Caso Titoli, documenti che stanno facendo tremare il governo e che circolando anche all’esterno attraverso la rete hanno messo in difficoltà più di una persona”.

Perché dice “gente che non mi conosce”?
“Perché chi mi conosce sa che non mi fermo mai. Uso una parola forte, ma così rendo l’idea: ora è davvero guerra totale. Prima avevo qualche remora a pubblicare un certo tipo di notizie, ora non mi fermo più e mi divertirò anche! E’ stata fatta una carognata, un attacco senza precedenti alla libera stampa. Anche l’Europa mi tutela sul segreto istruttorio. Vedrete. Chi mi voleva fermare ha ottenuto l’effetto opposto”.

Su Facebook in tanti le hanno dato sostegno e solidarietà, segno che nel Paese c’è voglia di essere informati su quanto accade. E’ così?

“Sì e proprio per questo qualcuno vuole zittire i media. Hanno chiuso Tribuna, ora c’è chi ha oscurato il mio sito conscio che ero in procinto di scrivere di altre situazioni esplosive. E mi dà molto da pensare che né il Segretario all’informazione e neppure chi dovrebbe tutelare la nostra categoria ha mosso un dito o detto qualcosa, evidentemente non sono gradito. Qui non è una questione di amicizia o di simpatia e antipatia. C’è in gioco la democrazia. Se si ricorre a strumenti contro legge per zittire un media ci troviamo di fronte a un attacco gravissimo non solo al sottoscritto ma ai principi che stanno alla base della nostra Antica Repubblica”.

Che cosa state facendo per evitare in futuro questo genere di attacchi?
“Intanto le posso dire che mi auguro che quando questa intervista uscirà sul suo giornale il mio sito sarà già online. In ogni caso abbiamo approfittato della situazione per rendere più sicuro il sito. Ci siamo rivolti a una primaria società che permetterà a giornalesm di essere più sicuro e veloce”.

Ci può dire qualcosa di più sulla natura dell’attacco hacker?

“Certamente. Gli attacchi sono partiti da Stati Uniti, Grecia e Olanda. Si è trattato di un attacco massiccio che denota una certa capacità tecnica e di mezzi anche economici. Sono stati assoldati professionisti. Segno tangibile che diamo fastidio. Aspettavo solo questo per scatenarmi, vi consiglio di tenere d’occhio giornalesm nei prossimi giorni: avviso chi di dovere che quanto uscito fino ad oggi è stato uno zuccherino, queste intimidazioni io non le ho mai accettate. Se qualcuno vuole la guerra, che guerra sia”.

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