Sea Eye a Palermo. L’ira della Lega Lamorgese all’Ue: rivedere i rimpatri

Sea Eye 4 non si è arresa e ha puntato dritto verso il porto di Palermo. Ieri sera è arrivata nelle acque del capoluogo siciliano, carica di 415 migranti, di cui 150 minori. È stato il sindaco Leoluca Orlando, paladino dell’accoglienza, a comunicare al personale di bordo che la nave, rifiutata da Malta, che non ha risposto come sempre fa con le Ong alla richiesta di un pos, avrebbe potuto attraccare lì. Il tutto nonostante la presa di posizione del sottosegretario all’Interno Nicola Molteni e della Lega, che senza mezzi termini insistono affinché Sea Eye 4 vada in Germania.

«Fatemi capire – ha scritto ieri Matteo Salvini sui social – Una nave tedesca raccoglie 400 clandestini in acque libiche e maltesi, Malta rifiuta di assegnare un porto e questi si dirigono verso l’Italia. Difendere i confini non è un reato, è un dovere!». L’exexutive board della Ong, Gorden Isler, ha fatto sapere: «Finora non c’è coordinamento da parte delle autorità europee. Il tempo peggiora. Abbiamo 150 minori a bordo. Noi chiediamo alla guardia costiera coordinamento urgente».

La notizia della disponibilità del porto per l’attracco da parte del sindaco Orlando ha scatenato l’ira dei leghisti. Il capogruppo del partito del Carroccio in Consiglio comunale a Palermo, Igor Gerlarda, ha usato parole durissime: «Immaginate lo stupore dei 400 migranti che Orlando ha detto di essere pronto ad accogliere con l’ennesimo tweet a effetto, se davvero dovessero arrivare: troverebbero una città piena di immondizia, con mille bare accatastate al cimitero e le strade colabrodo, una città campione d’Italia per traffico». Per proseguire: «Convinti di partire alla volta della civile e ricca Europa, arriveranno, invece, in una città distrutta e martoriata da quasi dieci anni di governo orlandiano. La verità è che ormai Orlando – ha concluso – vive in una realtà tutta sua che tenta di spacciare ai suoi pochi seguaci, più stranieri che italiani, e tra questi solo radical chic».

Intanto, ieri in commissione Schengen, presieduta dal leghista Eugenio Zoffili, il ministro Luciana Lamorgese ha annunciato che oggi sarà in Tunisia, «con la commissaria Ylva Johansson per sviluppare un sistema di linea dedicato a quel Paese e affrontare insieme il traffico dei migranti», ha detto. La titolare del Viminale ha chiarito di aver incontrato già tutte le Ong e che vedrà i loro rappresentanti di nuovo settimana prossima.

E ha proseguito: «L’attuale formulazione delle proposte della Commissione europea in tema di migranti non è da ritenersi soddisfacente per l’Italia. Serve uno sforzo straordinario europeo per facilitare le attività di rimpatrio. Ci sono accordi che funzionano come quello con la Tunisia, ma ci sono Paesi con cui non c’è modo di fare accordi concreti. Chi non ha titolo per entrare nel nostro Paese – ha concluso – deve essere rimpatriato».

Ieri anche Salvini ha avuto un incontro volto a parlare della situazione migranti, quello con l’ambasciatore della Libia Omar Tarhuni. Al centro del colloquio, la cooperazione tra i Paesi e in particolare per immigrazione, pesca, infrastrutture e investimenti. È stata discussa anche l’ipotesi di un accordo con le autorità libiche per consentire ai pescatori siciliani di lavorare nella zona economica esclusiva della Libia. Tra i temi affrontati anche il sistema di monitoraggio delle frontiere terrestri della Libia e il ritorno delle aziende italiane per sostenere la ricostruzione nel Paese.


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