Gian Carlo Venturini interviene nel comma Comunicazioni con un obiettivo preciso: chiudere la falla prima che diventi voragine. Il suo non è un intervento di chiarimento, ma di contenimento politico. Venturini parla da segretario della Democrazia Cristiana, cioè dal partito che più di tutti sente il peso della questione morale quando questa viene collegata a Banca di San Marino.
La sua linea è chiara fin dall’inizio: respingere l’impostazione dell’accusa politica e ricondurre tutto dentro un perimetro di “responsabilità istituzionale”. Venturini rifiuta l’idea che in Aula si possa parlare di questione morale come se fosse una colpa collettiva della maggioranza, e soprattutto come se qualcuno stesse coprendo comportamenti illeciti. Per lui, questo modo di impostare il dibattito è strumentale, utile più a destabilizzare che a chiarire.
Il punto centrale del suo intervento è una difesa che però tradisce nervosismo: Venturini insiste sul fatto che sulla vicenda Banca di San Marino si è intervenuti per tempo. Lo dice per rassicurare, ma politicamente è un’ammissione pesante, perché significa riconoscere che un problema serio c’era, e che non era affatto invisibile. La narrazione diventa quindi questa: non c’è stata inerzia, non c’è stata copertura, la politica ha fatto ciò che doveva. Il resto, sostiene, spetta al Tribunale.
Venturini alza un muro netto contro quello che definisce un processo politico anticipato. Richiama più volte la necessità di non sovrapporre il piano giudiziario a quello politico, perché così facendo – avverte – si rischia di minare la credibilità delle istituzioni stesse. Ma è proprio qui che il suo intervento mostra il punto debole: chiedere silenzio politico in nome della prudenza, in una fase in cui il danno reputazionale è già esploso, suona come una richiesta di tregua più che di trasparenza.
C’è poi un passaggio rivelatore, quando Venturini parla di tentativi di destabilizzazione. La questione morale, secondo lui, non nasce spontaneamente, ma viene alimentata ad arte, quasi fosse un’arma contro la maggioranza e contro la DC. È una lettura difensiva, che sposta il problema dal merito dei fatti alle intenzioni di chi li solleva. In sostanza: non chiediamoci se il sistema abbia funzionato male, chiediamoci chi trae vantaggio dal dirlo.
Venturini non entra mai davvero nel merito dei CDA, delle riconferme, delle consulenze, delle presunte tangenti. Li aggira, li sterilizza, li riporta sempre dentro la cornice del “lasciamo lavorare la magistratura”. È una scelta politica precisa: abbassare la temperatura, evitare che il dibattito degeneri in una resa dei conti interna. Ma così facendo, il suo intervento appare più come una diga che trattiene l’acqua, non come una risposta alle domande che circolano nel Paese.
Il messaggio finale è inequivocabile: la Democrazia Cristiana non accetta lezioni di moralità e non permetterà che il tema venga usato per mettere in discussione l’equilibrio di governo. Tuttavia, proprio questa chiusura rigida rende l’intervento di Venturini emblematico della fase che San Marino sta attraversando: un sistema che sente il colpo e reagisce difendendosi, più che interrogandosi.
In sintesi, Venturini non nega che il caso Banca di San Marino sia grave. Ma nega che possa essere affrontato politicamente ora, qui, con questa intensità. È una scelta di trincea. Legittima sul piano tattico, rischiosa sul piano strategico, perché quando la questione morale viene compressa anziché affrontata, tende a tornare fuori più forte.
L’INTERVENTO SECONDO ASKANEWS DEL SEGRETARIO DC
Gian Carlo Venturini (PDCS): Io credo che quando c’è la mancanza di argomenti i colleghi debbano intervenire per cercare di recuperare uno spazio politico che magari non hanno ottenuto o che gli si sta svanendo e quindi devono attaccarsi a tutto. C’era un problema di riconoscimento internazionale delle agenzie di rating. Voglio tranquillizzare il collega Righi, che ovviamente conosce bene e sa bene che cosa sta facendo il Paese e come sta andando il Paese.
Le agenzie di rating sono molto restie a riconoscere miglioramenti se non sono meritati, e credo sia inutile che lui o altri tentino di sminuire questo risultato, che invece conferma uno spazio positivo e un recupero di credibilità del nostro Paese nel panorama internazionale. La stessa cosa vale per il bilancio.
Sul bilancio di previsione che andremo a discutere fra poco, il Segretario alle Finanze, nell’incontro dell’altro giorno anche con le opposizioni, ha illustrato che rispetto alla proposta iniziale di meno 37 milioni di euro di previsionale si è arrivati a una riduzione significativa, chiedendo sacrifici a tutti i Segretari di Stato sulla riduzione delle spese correnti e su alcuni investimenti non ritenuti prioritari dalla maggioranza, in accordo con gli stessi Segretari di Stato, riducendo il disavanzo a circa 13 milioni di euro.
Se questi sono risultati positivi e non possono essere messi in discussione, allora bisogna trovare altri temi e altri argomenti per cercare di ridurre l’efficacia e l’azione di questo governo, di questa maggioranza e anche del ruolo propositivo e concreto della Democrazia Cristiana, che piaccia o no.
Siamo passati da un Paese a rischio default nel governo di Adesso.sm alla tripla B con outlook positivo. Le politiche portate avanti in questi anni dalla Democrazia Cristiana e dalla maggioranza di cui ha fatto parte hanno portato a un risultato di credibilità. È quindi inutile tentare di sminuire questi risultati.
Per quanto riguarda il collega Zeppa e il suo lavoro, lo ringrazio per averci fornito la documentazione. È però bene precisare alcune cose: se ci sono elementi che devono tutelare il Paese, la Democrazia Cristiana sarà certamente tra le forze politiche più agguerrite nel farlo.
Sulla questione Symbol, rispetto alla documentazione fornita, ricordo che il collega Zeppa non è membro della Commissione Politiche Territoriali, ma ha sollevato il tema nel comma Comunicazioni sia in Consiglio dei XII sia nella precedente sessione consiliare. Evidentemente gli elementi a disposizione non gli bastano.
Ad oggi, sulla questione civile, c’è un investitore e devono essere fatte tutte le verifiche del caso. Non è stata però presa alcuna decisione definitiva dalla Commissione Politiche Territoriali. Come ho già detto la volta scorsa, si è trattato esclusivamente di una delibera di orientamento, a seguito di una proposta di recupero di quell’area e di quell’immobile, approvata all’unanimità dalla Commissione.
In quella sede, sia i consiglieri di opposizione sia quelli di maggioranza hanno raccomandato di procedere con tutti gli approfondimenti necessari e con le dovute richieste al Segretario competente prima di arrivare ad approvazioni o all’accoglimento delle richieste presentate. Questo significa che, a differenza di quanto accaduto nei tre anni del governo Adesso.sm, dove spesso si interveniva quando il danno era già fatto, oggi si agisce prima.
Lo si è visto anche sul progetto Symbol, che è stato sospeso dal Comitato Tecnico Scientifico, poi approvato con numerose prescrizioni e che dovrà essere ulteriormente valutato dalla Commissione Politiche Territoriali prima di eventuali passaggi successivi. Qualora emergano elementi di non chiarezza o dubbi, l’iter potrà anche essere fermato.
Come forze politiche abbiamo il dovere di approfondire e verificare se quell’immobile, che qualcuno ha definito un rudere o un mostro, possa trovare una soluzione, indipendentemente dalle proposte pervenute, che sono ancora in una fase preliminare di valutazione. Se tutto è a posto si procederà, altrimenti l’immobile resterà nelle condizioni attuali.
Anche sulla Banca di San Marino, rispetto alle critiche e agli insulti che si sono sentiti, ribadisco che, a differenza del passato, si è intervenuti per tempo. Questo significa che i controlli e i meccanismi di verifica e approfondimento hanno probabilmente funzionato, ed è questo che dà fastidio.
La Democrazia Cristiana non accetta e non accetterà mai compromessi sulla questione morale. Senza forse, è l’unico partito di questo panorama politico che ha avuto il coraggio di fare chiarezza al proprio interno. Per questo non accetto certe affermazioni, non solo come Segretario della Democrazia Cristiana, ma come consigliere, come cittadino e come aderente a una forza politica che ha affrontato e combattuto questo tema.
Chi oggi tenta di riesumare la questione morale perché non ha altri argomenti farebbe meglio a un serio esame di coscienza, sia nella maggioranza sia nell’opposizione, invece di cercare di sminuire il ruolo della Democrazia Cristiana che, insieme ad altri alleati di governo, ha portato risultati concreti e riconosciuti a livello internazionale, restituendo credibilità, fiducia e normalità ai conti del Paese.
La questione morale, evocata su basi false, non attecchirà. La Democrazia Cristiana sarà sempre in prima linea nel combatterla.












