Segretario Felici gravissimo ammette: ”Ho incontrato i promotori dell’iniziativa dell’ungherese che voleva trasferire i 6 miliardi di euro”

FeliciNessun componente del congresso di Stato ha partecipato a “fantomatiche trattative” di vendita di licenze bancarie. Ma “contatti con promotori e portatori di progetti economici sono elementi ordinari della nostra attività”.

Il governo affida a Claudio Felici, segretario di Stato per le Finanze, la sua posizione rispetto agli sviluppi delle indagini della magistratura che hanno portato in carcere Claudio Podeschi e Fiorenzo Stolfi, e anche alla perquisizione di Banca Centrale e all’ascolto in tribunale dei vertici di via del Voltone e dei responsabili della vigilanza, rispetto alle trattative di vendita delle licenze di Bcs e Ebc.

Nell’incontro con la stampa, al termine della riunione settimanale del congresso di Stato, il responsabile delle Finanze, insieme ai segretari di Stato per l’Industria, Marco Arzilli, per il Territorio, Antonella Mularoni, e il Lavoro, Iro Belluzzi, respinge l’ipotesi della presenza di membri di governo in presunti incontri con i vertici di Banca Centrale, i politici oggi agli arresti e investitori interessati all’acquisto di istituti sammarinesi.

Sul tavolo dell’esecutivo, fanno sapere, si è discusso della posizione dei rappresentanti di governo rispetto a quello che è visto come un tentativo di delegittimazione delle istituzioni.

Fermo restando, premette Felici, il rispetto nei confronti dell’operato della magistratura: “è bene che il tribunale vada avanti sulla base propri elementi”, puntualizza. “Ma per quanto riguarda la posizione del congresso di Stato – prosegue – non c’è nessun segretario di Stato che ha partecipato a fantomatiche trattative di vendita di licenze bancarie”.

Diverso è invece parlare di “contatti avuti con promotori e portatori di progetti economici”, che fanno parte dell’ordinaria amministrazione delle segreterie di Stato. “Personalmente – sottolinea – ho ricevuto qualche decina di delegazioni di imprenditori di nazionalità diverse”. Anche perché “è nostra abitudine e dovere – continua – incontrare queste persone, così come è un dovere istituzio- nale trasmettere informazioni e proposte ricevute agli organismi di spettanza, nel mio caso a Banca Centrale e Aif e questo è sempre avvenuto”.

Felici smentisce in particolare di aver parteciato nella sede di Bcsm a trattative su società bancarie, ma ammette incontri a Palazzo Begni con imprenditori. Tra questi, rivela, anche “l’ungherese con fondi giapponesi” finito nella lente dei magistrati sammarinesi: “è una vicenda che risale a metà febbraio 2013, quando mi fu presentata questa ipotesi per mail – spiega – era un’operazione importante per valori e complessa nella strutturazione, abbiamo perciò organizzato un incontro con i promotori e Banca Centrale”, avvenuto nel marzo 2013, per poter valutare la sua fattibilità. L’imprenditore intendeva trasferire certificati di una banca giapponese in un istituto sammarinese per un ammontare di 6 miliardi di dollari.

Il responsabile delle Finanze spiega che nell’incontro a Palazzo Begni dai rappresentanti di Banca Centrale furono richiesti documenti per poter compiere i dovuti approfondimenti. Ma tutta la faccenda si è arenata nel giugno 2013, “quando Banca Centrale non ha avuto più risposte – conclude il segretario – nulla è stato fatto e nessun incarico è stato dato su questa vicenda”. (…) San Marino Oggi