Seminavano il terrore nelle discoteche Denunciati due 20enni operai sammarinesi

Minacciavano ragazzini nelle  discoteche.

Minacce a mano armata e pestaggi: rabbia che scaturiva sempre per futili ragioni. Denunciati a piede libero due ragazzi sammarinesi di 22 e 24 anni per minacce, porto abusivo d’armi, guida in stato d’ebbrezza. Sono già stati interrogati dall’uditore commissariale: ora, in caso di rinvio a giudizio, rischiano da tre a sei mesi di carcere.

Un’operazione lampo quella della gendarmeria, iniziata a metà febbraio quando, alla brigata di Acquaviva comandata da William Dall’Olmo, giunse la segnalazione di minacce e risse in alcuni locali del posto.

Il gruppo, capitanato dai due giovani sammarinesi – uno dei quali con precedente sammarinese per rissa – da tempo  portavano terrore nei locali, minacciando con le armi i clienti dei pub. L’ultimo episodio, in una discoteca di Acquaviva, ha messo al lavoro i gendarmi. I due pestarono e minacciarono con la pistola alla tempia un minorenne e altri coetanei. “Ti ammazzo” gli avevano urlato in faccia. Scatta la denuncia della madre della giovanissima vittima che racconta come il ?glio sia stato prima minacciato e poi steso e preso a calci.

Partono le indagini: è il 12 febbraio scorso e i militari danno il via ai controlli fuori dalla discoteca ai con?ni di Acquaviva. Vengono quindi bloccati e controllati due operai, sammarinesi. Uno di loro, in auto, ha una pistola di modesta capacità offensiva.

L’altro, nel bagagliaio, un manganello in acciaio. Ad unoviene ritirata la patente perché in evidente stato di ebbrezza.

Successivi controlli, grazie alla collaborazione di un indagato, portano alla scoperta di un’arma di quelle usate nei giochi di soft air, usata per minacciare il minorenne.

I due operai sammarinesi sono stati denunciati e già interrogati da Antonella Volpinari, checoordina le indagini. Un’operazione, quella messa in atto dalla gendarmeria, contro il bullismo e a difesa dei giovani del posto, e compresa in un’attività più ampia di controlli nei locali.

“Penso che le famiglie coinvolte in questa vicenda si sentano ora più tranquille sapendo che la gendarmeria ha risolto la cosa in tempi brevi”, ha commentato a caldo il comandante della brigata di Città, maresciallo Stefano Bernacchia, che coordina tutte le brigate del territorio.

“Le minacce – hanno concluso i due comandanti – potevano prendere una brutta piega, se tutto non si fosse risolto velocemente”.

San Marino Oggi