Senigallia. Blitz nella fabbrica cinese. Lavoro nero e sicurezza zero

blitz-cinesi-capannoni-servizio-interforze-1024x867SENIGALLIA – Blitz interforze all’interno di un laboratorio cinese di confezioni per abbigliamento, sito lungo la strada provinciale Arceviese. L’operazione è stata effettuata da Commissariato di Polizia di Senigallia, Direzione territoriale del Lavoro di Ancona, Municipale e Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco nell’ambito dei servizi di monitoraggio e controllo nei confronti di attività artigianali gestite da soggetti stranieri, presenti sul territorio del comune di Senigallia. Al momento del controllo, effettuato nella tarda serata, all’interno del laboratorio sono stati rintracciati 11 persone intente a lavorare. Dopo l’identificazione dei soggetti, che sono risultati in possesso dei titoli per la permanenza sul territorio dello Stato, i funzionari della Direzione territoriale del Lavoro di Ancona hanno effettuato gli accertamenti sulla posizione lavorativa delle persone trovate a lavoro. E’ emersa l’irregolarità di quattro lavoratori, due dei quali risultati poi assunti, permanendo comunque la presenza di due lavoratori totalmente irregolari. A seguito della definizione degli accertamenti, per le fattispecie di lavoro nero, la normativa prevede non solo l’applicazione di elevate sanzioni pecuniarie a carico del titolare della ditta, sempre di origine cinese, non presente al momento del controllo, ma anche, al fine dell’ottemperanza alla diffida, la regolarizzazione del periodo prestato in nero e il mantenimento in servizio dei lavoratori irregolari per almeno tre mesi. La Polizia Municipale di Senigallia ha effettuato anche accertamenti al fine di verificare eventuali irregolarità sotto il profilo della destinazione urbanistica dell’immobile, oltre che profili di abusivismo edilizio. I Vigili del Fuoco hanno accertato le gravi violazioni alla normativa in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro; ed in particolare l’assenza di porte di uscita con le prescritte aperture di sicurezze, il mancato funzionamento degli impianti di illuminazione di emergenza e la presenza di materiali e scarti di lavorazione in quantità tali da rendere elevato il rischio d’incendio che, se fosse scoppiato, si sarebbe potuto propagare nelle limitrofe aree adibite ad alloggi, con grave pericolo per l’incolumità delle molte persone lì presenti.
Pertanto, il laboratorio, posto al primo piano del fabbricato artigianale, è stato sottoposto a sequestro, facendo immediatamente cessare la prosecuzione delle attività produttive, e venivano posti i sigilli.
Mentre, per quanto attiene alla gravi violazioni riscontrate in materia di sicurezza, il titolare cinese della ditta è stato denunciato.

Corriere Adriatico