Serata al Centro Sociale di Fiorentino – San Marino. I Tarocchi: solo un gioco o un mezzo per predire il futuro? Il potere degli Arcani maggiori e Arcani minori spiegati da Massimiliano Kolosimo 

Con le loro immagini misteriose, come l’Appeso (l’impiccato), lo Ierofante (il Papa), o il Bagatto (il mago), i Tarocchi esercitano un fascino senza tempo anche nella nostra società così razionale e materialista. Associati oggi alla cartomanzia, si presume che affondino le loro radici nell’Asia orientale e poi, passando per l’Egitto, siano giunti a Venezia nel XV secolo attraverso i fitti scambi commerciali di quell’epoca. Di qui hanno avuto una grande diffusione come gioco d’azzardo. L’uso del mazzo di Tarocchi per predire il futuro, ma anche come “tela d’artista”, è entrato in auge molto più tardi, verso il ‘700. Molti nobili di quel periodo commissionarono ad artisti di chiara fama i loro mazzi di Tarocchi. Solo alla fine di quel secolo, in Francia, subirono una trasformazione, quando, come reazione al razionalismo sancito dall’Illuminismo, si diffuse l’esoterismo. In seguito alla campagna napoleonica in Egitto, l’esoterismo fu alimentato dal fascino di tutto ciò che era egizio. Nonostante le centinaia di versioni esistenti in circolazione, sono proprio i Tarocchi di Marsiglia quelli tuttora più usati. Negli anni successivi alla Prima guerra mondiale, molti europei e nordamericani ripresero interesse per lo spiritismo, per riconnettersi con i propri cari persi in guerra e i Tarocchi divennero nuovamente popolari come strumento di divinazione.

Massimiliano Kolosimo

Premessa storico cronologica obbligatoria per Massimiliano Kolosimo nella serata organizzata dai Centri sociali di Dogana e Fiorentino, dal titolo: “I Tarocchi come strumento di dialogo interiore “. Esperto e studioso di Tarocchi, Kolosimo è anche autore del libro “OniroTarologia, l’interpretazione dei sogni con i Tarocchi”. Quindi, un modo diverso di usare le carte, non sono solo come mezzo di divinazione ma anche come strumento di dialogo con l’inconscio, ovvero con tutto ciò che non è “coscienza”, a cui è possibile accedere con le immagini archetipiche degli Arcani Maggiori. 

Archetipo: immagine mitologica o primordiale è un contenuto dell’inconscio collettivo, che determina la tendenza a percepire la realtà e a reagire secondo forme tipiche costanti nei vari gruppi culturali e periodi storici. “Qualcosa di difficilmente richiudibile in una definizione” ha spiegato Kolosimo. Li ha definiti come dei mattoncini elementari della psiche con cui avvicinarsi a emozioni, sentimenti, desideri, paure. Gli Arcani sono simboli archetipici che stimolano lo sguardo intuitivo, qual è quello ingenuo di un bimbo. Ad un pubblico attentissimo ha dunque proposto Arcani quali il Matto, l’Eremita, La Morte, la Torre, il Mondo, il Carro, le Stelle, spiegando di ciascuno i vari significati intelleggibili nelle decorazioni, nei colori, negli oggetti, oltre che nell’immagine complessiva. “Quando esce una carta, dobbiamo accettarne tutti gli aspetti, che possono essere associati a varie categorie di significati, che possono essere positivi o negativi, o entrambe le cose, a seconda dell’interpretazione”.  Ha portato l’esempio pratico della Torre, generalmente considerata come la carta più brutta del mazzo, perché significa distruzione. Ma può significare anche l’abbandono di qualcosa di negativo che ci ha frenato fino a quel momento, o la rottura della maschera che imprigiona il nostro ego. Così, anche la Morte, che non vuol dire solo la fine di tutto, perché dietro a qualcosa che muore c’è sempre qualcosa che nasce.

Un aspetto legato all’interpretazione delle carte è la sincronicità, cioè la connessione diretta con un evento, realmente accaduto o che accadrà tra breve. “Un meccanismo che si attiva quando nel sottofondo c’è una forte tensione emotiva da parte del consultante” ha continuato, parificando l’evento a una casualità che talvolta si manifesta anche attraverso i sogni. Cioè quando succede che un sogno, spesso inspiegabile, poi diventa realtà. È uno degli aspetti per cui il dialogo con i Tarocchi può facilitare un percorso di auto-conoscenza e confronto con i propri conflitti interiori.

In un mazzo da 78 carte, ci sono 22 Arcani Maggiori, detti anche Trionfi, tutti numerati da 1 a 21. Fuori numerazione è il Matto, che ha un ruolo particolare nell’interpretazione; mentre il 13, che raffigura la Morte, ha il numero ma non la dicitura. In una consultazione vengono usati anche gli Arcani Minori, cinquantasei carte, divise in 4 semi: coppe, denari, bastoni e spade, trasformati nelle carte francesi rispettivamente in cuori, quadri, fiori e picche, per i quali si usano le stesse interpretazioni simboliche. 

Un gioco? Certo – ha concluso Kolisimo – ma un gioco sacro, se ancora oggi i Tarocchi sono così affascinanti. Vuol dire che qualcosa di importante, o di magico, ce l’hanno”. 

Con l’aumento della richiesta di trovare fonti di supporto più olistiche per la salute mentale, molte persone si rivolgono al gioco dei Tarocchi. Un avvertimento per tutti è però di stare attenti ai ciarlatani, oggi presenti esattamente come nel Medioevo, o a quelli che pretendono di saper dare risposte a tutti i casi della vita. Allora è meglio rivolgersi all’Intelligenza Artificiale, che almeno dà risposte pertinenti.