
Come nasce? Lo spiega Gianluca Neri, produttore e ideatore del docu-film.
Andate a leggere per intero la sua intervista a Selvaggia Lucarelli su Tpi.
Ah, la Lucarelli, intanto, sul Fatto Quotidiano dell’altro ieri, fa a pezzi Muccioli e San Patrignano. Con un argomento geniale: Muccioli si amava troppo. Quello che ha fatto l’ha fatto per costruire il mito di se stesso e non per i ragazzi.
Capito? Che si siano salvati 26 mila ragazzi, un dettaglio.
Se Churchil non si fosse amato un bel po’, avrebbe vinto Hitler.
Torniamo a Neri.
Che lavorava a “Cuore”.
In quegli anni il principale detrattore di San Patrignano.
È una intervista sincera. Chiara. Finalmente.
Si è ispirato, lo dice lui, a “Making a Murderer”, commettere un assassinio. Di Netflix.
Genere Crime.
Cercava una storia all’altezza.
Allora propone “Bossetti e Yara Gambirasio”.
Storia Crime, delitto, violenza, morbosità sessuale.
Bocciato.
Allora, lì per lì, gli viene in mente Sanpa.
Perfetto. Finanziato da Netflix.
Delitto, violenza, morbosità sessuale. Questo doveva essere il racconto.
Allora, va tutto bene, non voglio scandalizzarmi più di tanto.
Business Is business.
Capisco.
Un prodotto commerciale costruito anche con una certa maestria.
Però non chiamatela “storia”.
Non c’è “la storia” di San Patrignano.
Non ci sono solo “criticità che non andavano nascoste”.
Non ci sono risposte ai dilemmi della vita e della morte.
Le criticità sono state esaltate.
Perché quello è il genere.
Crime. Commettere un assassinio. Bossetti e Yara.
Manca solo la Comunità!
Le persone che li cercano la vita.
Un dettaglio.
Pazienza.
Pazienza?
Sergio Pizzolante