In Europa è stato approvato il MES, senza condizioni, se non una sola: spendere i soldi per i servizi sanitari, diretti e indiretti.
36 miliardi per l’Italia, da restituire in un 10 anni ad un tasso vicino allo zero. La discussione è tutta su pregiudiziali assurde.
In un paese iper indebitato che ha la possibilità di finanziarsi a tasso zero, per ricostruire un sistema sanitario dove si sono combattute e si combattono battaglie eroiche e che però nel suo insieme, diciamoci la verità, non ha retto all’assalto del virus.
Non è una critica, è una constatazione. Non era facile.
Ma tornando al Mes, lasciamo da parte quel che dicono alcuni esponenti dell’opposizione, da non prendersi nemmeno in considerazione, è stupefacente sentir dire dal presidente del
Consiglio che l’Italia non ha bisogno di 36 miliardi per le spese dirette e indirette rivolte alla sanità. Non ne abbiamo bisogno? Bisogna essere miopi e del tutto fuori dalla realtà.
Non esisteranno società ed economie ricche, nel futuro prossimo, senza sistemi sanitari robusti. L’efficienza dei servizi sanitari, pubblici e privati, ospedalieri e territoriali, saranno un fattore decisivo non solo per proteggere la salute ma anche per tutelare e, anche, promuovere l’economia, le imprese, il lavoro. E, soprattutto, il turismo.
In questi mesi, gli stolti hanno contrapposto salute ed economia. Questa crisi ha dimostrato una assoluta interdipendenza. Non c’è impresa senza salute, ma non ci può essere salute senza impresa. Senza le risorse, per servizi adeguati, che possono arrivare solo dal lavoro e non dalla miseria.
Ma oltre il tema delle risorse c’è anche quello, ancor più rilevante, del “Fattore Sicurezza” che le imprese e i sistemi economici dovranno garantire a se stessi e ad i propri interlocutori/ clienti nel mondo. Relazionarsi con una azienda “Sana” o con sistemi territoriali “Sani”, sarà fattore decisivo anche per lo sviluppo dei mercati oltre che della salute.
Come e più, molto di più, di quanto oggi pesino i marchi “eco” o “bio”, per capirci.
Significa non solo avere ambienti puliti e sanificati, significa avere sistemi di organizzazione del lavoro sicuro, dentro e fuori i perimetri aziendali. Significa avere, per le grandi aziende, servizi sanitari interni, vedi Ferrari. Così la Ferrari trasmette al mondo oltre l’idea storica di eleganza, stile, potenza, velocità, anche quella di “Azienda in Salute”, Sana.
Ma questo dovrà essere anche per le aziende piccole, per i distretti aziendali e turistici. Che devono dotarsi di servizi “SANI” di rete. Grazie ad una interconnessione diffusa, di territorio e con i servizi di eccellenza del sistema sanitario, che vanno a loro volta potenziati. Ma grazie anche a servizi e postazioni sanitarie “in loco” e in rete, “interni” ai sistemi aziendali, che vanno pensati e costruiti. Il Mes non serve? Servono tanti soldi. Non è solo salute, è anche economia, impresa.
Tutto questo vale, a maggior ragione, per il turismo. È il settore più colpito. Perché è l’esatto contrario del “distanziamento sociale”.
Ci può essere turismo senza assembramento, abbraccio e bacio? Allora i fattori “Sano” e “Sicuro” , per il turismo sono e saranno decisivi.
Attenzione, chi pensa che questa crisi scomparirà in pochi mesi, non ha capito. Al di là delle cure, al di là del vaccino, quel che è successo rimarrà per sempre nelle nostre menti. Anche perché potrà succedere ancora. E bisognerà costruire nuovi paradigmi sicurezza/ insicurezza. Con la domanda di sicurezza che è destinata a crescere.
Quindi, per i sistemi turistici, come per la Ferrari, garantire la sicurezza dei servizi e strutture “Sane” sarà decisivo. Vale per gli alberghi, le spiagge, i parchi, le fiere, i centri congressi, i negozi, i ristoranti, i bar, le discoteche, gli eventi. Con servizi, postazioni, fisiche e virtuali, dedicate agli ospiti ed, anche,”interni” ai sistemi di impresa del turismo.
E deve esserci una integrazione fra servizio pubblico e le imprese. E devono esserci risorse pubbliche. La “protezione degli ospiti” deve essere considerato un servizio pubblico universale. Deve essere il marchio “Sano” della nostra offerta turistica.
Ci vuole visione e capacità di progettare. E ci vogliono tanti soldi.
Il Mes serve. Altroché!
Sergio Pizzolante