Sergio Pizzolante. Giustizia: l’incredibile caso di Gabriele Elia

Gabriele Elia, ex assessore di Cellino San Marco, Brindisi, Salento, ha 40 anni, un figlio di 5, da 10 anni sotto processo, per una presunta tangente di mille, dicesi mille, euro, per corruzione quindi, anche se non si conosce il corruttore.
Si, si sarebbe fatto corrompere non si sa da chi, arrestato, con altri, di notte con gli elicotteri.
Ha fatto carcere preventivo, domiciliari, ha avuto una carriera distrutta, una vita sconvolta per essere, dicono, stato corrotto, con mille euro, da un fantasma.
Ma non basta, ciò che è più grave, più grave di ciò che è gravissimo, arriva adesso, Elia sarà giudicato da una sezione della Cassazione, della quale fa parte, anche se non nel collegio giudicante, il Magistrato che fu dell’accusa.
10 anni fa.
Adesso fa il giudice di Cassazione ed è collega e amico dei giudici che giudicheranno il suo imputato. Ancora dubbi sulla separazione delle carriere?
Per Gabriele Elia lo spettro di 5 anni di galera,con un bimbo di 5 anni, una famiglia, un’attività imprenditoriale che andrà a gambe all’aria, per un presunto reato che avrebbe commesso 10 anni fa. Mille euro. Senza corruttore.
Lo stato si accanisce per 10 anni. E continua.
Su un uomo, sulla sua famiglia, su un bambino, su un’azienda, sui suoi lavoratori. Per una corruzione presunta senza corruttore.
Ma se anche ci fosse stata, la corruzione, se di colpo apparisse il fantasma del corruttore, per mille euro, non vi sembra già abnorme la pena di 10 anni di inchiesta, la galera, i domiciliari, la vita sconvolta? 5 anni di carcere ancora?
E’ giustizia questa?
No, per niente.
Ho difeso Ilaria Salis, pur condividendo niente del suo operato, dalla giustizia ungherese, dov’è la sinistra dei diritti su un caso come questo?
Dove sono i giornaloni e i talk di sinistra che ci fanno la morale ogni giorno?
Auguro a Gabriele Elia di uscire presto da questo incubo.
E spero che i giudici si rendano conto che casi come questo non fanno onore alla loro alta funzione e che, certamente, non sono utili nemmeno alla loro battaglia sulla non separazione delle carriere.
Sergio Pizzolante