In questa vicenda dei balneari, delle concessioni demaniali, si sono scontrate, spesso non sempre, le due fazioni opposte di questa storia.
Come va di moda da un po’ di anni su tutto.
E’ più facile che si mettano d’accordo Hamas e Israele che i “No Bolkestein” con “via i bagnini dal mare”.
Abbiamo assistito a tutto.
No alle gare è impossibile da sempre.
Sì alle gare senza riconoscimento del ruolo e della storia di chi ha fatto impresa e’ sbagliato e anche ingiusto.
Piccolo riepilogo:
1. Fine 2010 si pone fine al rinnovo automatico che ci era costato una procedura di infrazione europea.
2. Proroga di 5 anni collegata alla scelta di cui sopra e per preparare un legge di riforma delle concessioni, per le gare e per definire i criteri di gara. Già li, nei documenti ministeriali, c’era il principio di una forma di riconoscimento degli investimenti e della professionalità, della storia di quelle imprese.
3. Quindi la proroga era strettamente collegata alla necessità della riforma.
4. Poi norme sbagliate con proroghe slegate dalla riforma necessaria o con la riforma a babbo morto.
5. Poi procedure di infrazione e sentenze, che consideravano le proroghe come rinnovo automatico. In contraddizione quindi con la stessa norma del 2010.
6. Nel mezzo c’è stata una sola Proposta di Legge di riforma approvata, nel 2017, alla Camera e non al Senato, per fine legislatura, che prevedeva gare e riconoscimento di investimenti e valori aziendali. La Legge Arlotti-Pizzolante. Ci fu una battaglia durissima fra noi, sette ministeri con il Sottosegretario Gozi che trattava a Bruxelles. I criteri di gara erano ostacolati da alcuni ministeri e dall’Europa. Ma si trovò un equilibrio. Perché anche la sentenza della Corte Europea aveva tenuto aperto spazi di gestione nazionali, legittimo affidamento e art 12 comma 3 della Bolkestein. Perché una sentenza di inizio 2010 della stessa corte, sulle concessioni per i giochi, riconosceva il diritto ad un indennizzo degli uscenti.
Poi gli errori successivi.
Poi quando continui a fare il furbo perdi anche gli spazi che avevi conquistato.
Perché passa il tempo e quel cattivo tempo ti può essere contestato.
Comunque non ho dubbi.
Un indennizzo, per le cose che ho scritto prima, per gli studi che abbiamo fatto, per il buon senso e secondo me anche per il diritto, un indennizzo e’ sacrosanto.
Non si possono cancellare le imprese e la storia per legge. Sarebbe una cattiva legge.
Sergio Pizzolante