Sergio Pizzolante sull’abbraccio fra Zelensky e Biden

L’abbraccio fra Zelensky e Biden, come quello fra Zelensky e Meloni,
del giorno dopo,
dicono che siamo vivi.
Dicono che l’offensiva dei populismi, delle dittature, della violenza come mezzo della politica populista, della mostruosa, nuova, vecchia, idea della guerra come mezzo di conflitto e sopraffazione, ci è rimbalzata addosso.
Ci ha fatto male, certo, ci fa male, certo, abbiamo i lividi, certo, ma ci è rimbalzata.
Dicono che quella parte del mondo che si sente libero e che vuole continuare a sentirsi libero sta guarendo dall’amore nero, l’amore malato, verso chi toglie libertà e che da decenni ci dice che la libertà è il male.
Stiamo guarendo da chi dice che la democrazia è molle, infetta, corrotta, mafiosa.
Ci fanno male, certo, abbiamo grumi infetti nelle viscere, certo, ma abbiamo ancora medicine e comportamenti ed esempi per espellerli dal nostro corpo.
Abbiamo dentro microbi, virus, che ci fanno male, ma abbiamo vaccini a sufficienza mi pare.
Quando guardiamo i servi sciocchi che diffondono la malattia, chi ci racconta che la democrazia illiberale è bella, che Putin è stato provocato, che i dittatori non vanno umiliati, che bisogna arrendersi all’evidenza della loro forza, perché noi siamo colpevoli di essere occidentali e quindi capitalisti oppressori, guerrafondai, corrotti e mafiosi, beh, quando li guardiamo, i servi sciocchi, dopo un periodo di confusione, ci sembrano quello che sono: sciocchi!
E servi.
Quando li guardiamo gli utili idioti, portatori di virus antidemocratico e antioccidentale, anticapitalisti ma ben pagati dai capitalisti, per non fare nomi, intendo i Santoro, gli Orsini, le Berlinguer, le Gruber, i Borgonovo, i Liguori, le Palombelli, quelli simili a loro nei nostri salotti, nelle nostre cene, per intederci, beh, dopo un momento di sbandamento, ci appaiono per quello che sono: utili idioti.
Grazie Ucraina.