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(ANSA) – TRIESTE, 02 MAR – “Mia sorella non si sarebbe mai
uccisa dunque per me la tesi della Procura non è valida. Chiedo
un approfondimento delle indagini e per questo che il corpo di
Liliana venga riesumato”. A chiederlo, nuovamente, è stato
Sergio Resinovich, fratello di Liliana, la donna di 63 anni
scomparsa a Trieste il 14 dicembre e ritrovata settimane dopo,
il 5 gennaio, senza vita, in due sacchi grandi e con la testa
chiusa in due sacchetti di plastica. Sergio Resinovich è
intervenuto ieri sera in collegamento alla puntata di “Chi l’ha
visto?” mentre in studio c’erano Claudio Sterpin, l’amante di
Liliana, e l’avvocato Nicodemo Gentile.
Sterpin ha sottolineato che “Liliana viene dipinta come
debole, fragile, invece era una donna determinatissima”. Lo è
stata quando “aveva deciso anni fa di sposare Sebastiano
Visintin contro i pareri di tanti, e lo ha fatto, e ora quando
aveva deciso di separarsi da lui”.
Assente proprio il marito, Visintin, che non ha voluto essere
intervistato, come è stato indicato in trasmissione.
Resinovich ha ribadito anche la propria ipotesi sulla morte
della sorella: “Ha avuto un diverbio con qualcuno, ha preso un
pugno o uno schiaffo, come si deduce dai segni sul volto, e a
quel punto le è stata infilata la testa nei sacchetti causandone
la morte”.
“Mi aveva detto – ha ricordato Sterpin – che se fosse rimasta
anche solo un anno affianco a me, avrebbe coronato il suo sogno”
d’amore.
Nel corso della puntata sono stati mandati in onda filmati di
incontri e feste cui Liliana aveva partecipato e foto di
messaggi affettuosi inviati a Sterpin con il telefono cellulare.
(ANSA).
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