SERRA SAN QUIRICO. Arturo Valentini, un allevatore di Serra San Quirico, in provincia di Ancona che rischia di dover chiudere la sua attività. Il suo latte, considerato tra i migliori della regione, prodotto da mucche Jersey alimentate solo a fieno e pochi concentrati, non ha più un compratore. “Se non trovo una soluzione dal primo dicembre devo abbandonare tutto e macellare il bestiame”
Ad oltre 500 metri sul livello del mare, tra le colline di Serra San Quirico, precisamente nella località di Domo, in provincia di Ancona, Arturo Valentini insieme alla moglie e alla figlia, produce latte e formaggi di qualità, tra i migliori della regione, ricchissimo di nutrienti.Niente di particolare fin qui se non fosse che quest’azienda, riconosciuta tra le eccellenze marchigiane, rischia di chiudere e di dover mandare le vacche di razza Jersey, alimentate solo a fieno e pochi concentrati, al macello. Un problema non da poco per chi da anni fa l’allevatore di mestiere e, mettendo sempre in primo piano la qualità, produce ben 20 quintali di latte al giorno, in piccola parte trasformato in formaggi. Un problema che dall’azienda di Arturo si estende a tutte le Marche e ancora più in là a tutta l’Italia dove grosse società del settore piuttosto del latte prodotto nel territorio preferiscono acquistare e rivendere quello che viene dall’estero mettendo in difficoltà le realtà locali e più piccole.
«Sono 25 anni ormai che faccio questo mestiere non senza problemi, ora mi trovo davanti ad una situazione ben più difficile da affrontare – ci spiega Arturo mentre ci accompagna a visitare l’azienda – avevo un contratto con la Grifo, ma con una lettera ad ottobre sono stato informato che non sono più interessati a comprare il mio latte e che se mi dovessi trovare in difficoltà possono comprarlo non più a 74 centesimi bensì a 42. Insomma, dopo anni di collaborazione senza mai un richiamo, dal primo di dicembre non avrò più un compratore». Situazione difficile da affrontare per chi con grande passione e profondo rispetto per gli animali, non può immaginare di fare un altro mestiere e di dover abbassare di molto la produzione di latte, riducendola solo ai quantitativi minimi utilizzati per la trasformazione. Storia che non passa inosservata e richiama l’attenzione di chi ci è già passato e ha preferito chiudere e cambiare attività e di chi, ricercatore da anni nel settore, lavora per tutelare e valorizzare i formaggi prodotti esclusivamente con il latte di animali allevati al pascolo. Così per capire meglio la situazione, verificare l’effettiva qualità del prodotto, cercare un’azienda che possa essere interessata ad acquistarlo e capire se anche a Serra San Quirico è applicabile il modello di latte nobile, (davvero di qualità), il dottor Roberto Rubino, presidente dell’Anfosc (Associazione nazionale formaggi sotto il cielo) e Andrea Busetto, ex allevatore, hanno fatto visita ad Arturo.
«Sono anni che studio la qualità del latte, un concetto che per molti sembra difficile, ma che è molto più semplice di quanto si creda – spiega il dottor Rubino – dopo tante ricerche ho dimostrato che la qualità del latte dipende soprattutto da cosa mangiano le mucche, da quanta erbe mangia l’animale e da quante essenze contengano le razioni . Se si segue la giusta procedura con una materia prima di qualità è difficile sbagliare». Tutto sta quindi nell’alimentazione, principio che è alla base del lavoro di Arturo che da sempre è attento ai foraggi che sono prodotti direttamente in azienda e che danno un gusto unico al latte ricco di nutrienti, ai formaggi freschi e stagionati e agli yogurt. Garanzia di qualità che però sembra non basti più a convincere gli acquirenti che rischiano di mandare in rovina un esempio di eccellenza.
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