“Serve una messa a punto”: ora si apre il fronte sul governo

Dimissioni? Per affrontare questa nuova fase serve una messa a punto“. Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, torna sul giallo delle sue dimissioni. Un’ipotesi che ha cominciato a circolare in mattinata, quando ai cronisti riuniti a Montecitorio il titolare del Mise ha detto: “Io via? Magari c’è da migliorare la squadra“. E avrebbe aggiunto: “Per alcuni questa giornata porta al Quirinale per me porta a casa“. Ma Palazzo Chigi intanto smentisce che siano arrivate richieste di dimissioni, e nel tardo pomeriggio lo stesso ministro afferma: “Vado avanti

Ma ha delineato lo scopo di questo passaggio: “Elezioni e referendum non blocchino l’esecutivo. Il Governo con la sua maggioranza – ha continuato Giorgetti – adotti un nuovo tipo di metodo di lavoro che ci permetta di affrontare in maniera costruttiva i tanti dossier, anche divisi, per non trasformare quest’anno in una lunghissima, dannosa campagna elettorale che non serve al Paese. Serve un cambio di codice tra alleati“. E, poco dopo, arriva a Palazzo Chigi una richiesta ufficiale da Matteo Salvini e Giorgetti per un incontro con il presidente del Consiglio. Per ora Salvini non ha fatto alcun cenno alle possibili dimissioni del suo braccio destro. Il segretario dei dem Enrico Letta, davanti all’ipotesi di un rimpasto, ha precisato: “Per noi il governo va bene così“, e così Roberto Speranza: “Non è il momento per un rimpasto“.

Le voci su un passo indietro del numero due del Carroccio hanno cominciato a rimbalzare mentre i capogruppo dei partiti salivano al Colle per chiedere a Sergio Mattarella di accettare la ricandidatura – e dunque la rielezione – al Quirinale. Da tempo il ministro leghista non partecipa alle riunioni del Governo e la mancata elezione di Mario Draghi – di cui Giorgetti è uno degli uomini più fidati e uno degli interlocutori più stretti – potrebbe essere la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Più volte, nelle ultime settimane, Giorgetti, che è anche il capo-delegazione della Lega al governo, ha avuto aspri contrasti con alcuni colleghi, specie con il ministro del Lavoro Andrea Orlando sul tema delle delocalizzazioni. Da quanto trapela, il titolare del Mise sarebbe convinto che la legislatura sia in ogni caso finita.

A pesare sulla scelta sarebbero state anche le accuse rivolte da più parti di fare la fronda interna al segretario. Giorgetti ha sempre negato, anche se in più di una occasione si è smarcato pubblicamente dalle scelte del leader del Carroccio, pur ribadendo sempre la propria fedeltà alla linea del partito. Il ministro dello Sviluppo economico, pare, starebbe seriamente pensando alla possibilità di candidarsi alla guida della Regione Lombardia (le elezioni sono previste per il 2023). Proprio da una carica amministrativa è partita la carriera politica di Giorgetti, che nel 1995 venne eletto sindaco del suo paese natale, Cazzago Brabbia (nel varesotto). Poi l’elezione alla Camera dei deputati nel 1996, l’arrivo a Palazzo Chigi nel 2018 come sottosegretario alla presidenza del Consiglio a fianco di Giuseppe Conte e la guida del Mise.


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