Sgominata gang di nomadi ladri. Facevano razzia in quattro province

Quattordici arresti. L’organizzazione aveva modalità quasi ‘militari’: nei fine settimana andavano a fare sopralluoghi nei luoghi scelti per commettere i furti poi ‘agivano’, spesso devastando i locali
Nelle prime ore di oggi i carabinieri della Compagnia di Riccione hanno dato esecuzione – nelle province di Rimini, Ferrara, Ravenna e Alessandria – ad un’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Rimini Giacomo Gasparini, nei confronti di 14 nomadi di origini slave, senza fissa dimora e precari sul territorio dello stato, pluripregiudicati. Tutti sono ritenuti responsabili di associazione per delinquere, in particolare per furto

Undici di loro sono accusati anche di furto aggravato, in relazione a numerosi furti consumati e tentati nelle province di Rimini, Padova, Ravenna e Pesaro. Alcuni dei nomadi raggiunti dall’ordine di custodia si trovavano già in carcere, perchè arrestati in flagranza di reato dai carabinieri di Riccione in precedenti operazioni di servizio.

Le indagini, condotte dai carabinieri di Riccione e coordinate dal sostituto procuratore del tribunale di Rimini Paola Bonetti, sono state avviate in gennaio e sono durate circa 4 mesi. E’ stata smantellata una banda che da gennaio in poi aveva ‘colpito’ in abitazioni e aziende nelle Marche, in Emilia Romagna e nel Veneto. Sin dall’inizio i sospetti erano erano stati concentrati su un gruppo di zingari.

 Rapidi sviluppi investigativi e una serie di pedinamenti tra Rimini e Ravenna già a metà gennaio avevano poi consentito di arrestare in flagranza di reato 7 elementi dell’organizzazione ad Alfonsine (Ravenna). In quell’occasione, oltre a recuperare la refurtiva, venivano posti sotto sequestro i telefoni cellulari: il traffico telefonico è stato utile per ricostruire i percorsi delle loro ‘trasferte’.

La  banda operava con modalità quasi militari: erano tutti perfettamente equipaggiati ed addestrati. Nei fine settimana la gang spediva vere e proprie squadre, composte da 6 o 8 persone, che eseguivano sopralluoghi preventivi sulle aree prescelte per la commissione dei furti: successivamente, individuati gli obiettivi più remunerativi, eseguivano con rapidità l’accesso agli uffici edalle abitazioni, e fuggivano con refurtiva del valore di centinaia di migliaia di euro. I malviventi agivano spesso con irruenza, devastando i locali rapinati anche oltre i limiti propri del necessario.

Fra le prove raccolte, anche le impronte delle scarpe, che sono risultati importanti elementi di riscontro circa la presenza degli stessi sui luoghi dei furti.

L’organizzazione disponeva anche di un  parco veicoli illimitato; basti pensare che due degli indagati risultano intestatari rispettivamente di 34 e 205 veicoli, alcuni dei quali venivano utilizzati per commettere i furti

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