SI ALZA LA TENSIONE DEI LAVORATORI, SCIOPERO GENERALE ENTRO LA FINE DI MAGGIO

Fortemente contestate le proposte del Governo sulla riforma tributaria, che non fanno emergere i redditi e patrimoni delle categorie economiche e prevedono una pesante decurtazione delle retribuzioni. Senza equità e senza sviluppo non c’è futuro per il paese

Uno sciopero generale di quattro ore di tutte le categorie entro la fine di maggio, per rivendicare dal Governo scelte di equità e trasparenza in grado di salvare il paese e l’economia sana, per una giusta riforma tributaria – rispetto a cui l’Esecutivo ha avanzato proposte inaccettabili – per il rinnovo dei contratti, e in generale per fermare l’attacco ai diritti dei lavoratori e dei pensionati. Lo ha deciso questa mattina Attivo dei Quadri CSU, quale momento culminante della attuale fase di mobilitazione, particolarmente attiva nel settore industria, che dovrà essere intensificata coinvolgendo tutte le categorie di lavoratori. L’Attivo in tal senso ha approvato un documento che pone, oltre ai temi generali della crisi economica, del progetto di sviluppo e dei rapporti con l’Italia, quattro temi specifici al centro della mobilitazione e dello sciopero generale: le riforme del sistema tributario, della PA e delle pensioni, il rinnovo dei contratti di lavoro di tutti i settori.

RIFORMA TRIBUTARIA – Il giudizio espresso dal sindacato dopo la presentazione del progetto da parte della Segreteria Finanze è pesantemente negativo; non risolve il problema della elevata evasione fiscale e non fa emergere le reali capacità di reddito e di contribuzione dei diversi soggetti fiscali. Le misure prospettate dal Governo, riduzione della esenzione per spese produzione reddito e abbattimento del reddito lordo, determinerebbero per i lavoratori dipendenti una pesantissima decurtazione della retribuzione di circa 300 euro mensili; una ipotesi del tutto inaccettabile!

Come al solito verrebbero premiati i più ricchi che, avendo una maggiore capacità di spesa potrebbero godere maggiormente delle deduzioni fiscali, e la sola idea di equiparare i redditi da lavoro autonomo a quelli da lavoro dipendente è addirittura assurda, in quanto per i primi non vi è la certezza del reddito. Non vi è nessuna misura adeguata per combattere l’evasione/elusione fiscale e accertare i redditi e patrimoni dei lavoratori autonomi e delle imprese. L’obiettivo per il sindacato è quello di allargare la base imponibile facendo contribuire appieno quei redditi da lavoro autonomo che dichiarano utili irrisori o perdite, introducendo anche indicatori patrimoniali atti all’individuazione delle ricchezze eluse al fisco. L’unica strada realmente percorribile è quella dell’effettiva equità e trasparenza, che faccia emergere tutto il sommerso e permetta un serio e proficuo confronto sulla necessaria ridistribuzione della ricchezza nel paese. In tal senso l’Attivo Generale dei Quadri auspica che il lavoro di proposta che la CSU sta elaborando tramite i suoi tecnici, con proposte concrete per una riforma equa e degna di questo nome, e su cui a breve chiederà il confronto, sia debitamente tenuto in considerazione dalla politica, ed impegna già da oggi il movimento dei lavoratori a sostenerlo.
RIFORMA PA – Nella Pubblica Amministrazione il Governo continua a non dare risposte concrete agli accordi siglati con le OO.SS. in merito al precariato e tiene bloccata, tramite Delibera Congressuale, la trattativa sul rinnovo del Contratto di lavoro. Il progetto di riforma che si appresta a presentare contiene aspetti non condivisibili, in quanto improntato ad una logica di accentramento delle funzioni e discrezionalità nelle decisioni che non garantiscono una reale autonomia dalla politica e lascia intuire un probabile aumento dei costi.
RIFORMA PENSIONISTICA – Il confronto con il Governo è ancora in fase iniziale; nelle prossime settimane si auspica di poter entrare nel vivo. Questo in quanto vi sono svariati punti critici che dovranno essere oggetto di approfondita analisi e verifica, soprattutto riguardo alle ricadute di tipo economico e sociale. Tra i punti di maggiore criticità, per quanto riguarda il primo pilastro, vi sono, l’aumento dell’età pensionabile, l’incremento dei contributi a carico del lavoratore e l’abbassamento del tasso di sostituzione, ma, soprattutto, la mancanza di risposte concrete sul risanamento del rilevante deficit creato dai fondi di commercianti ed artigiani. Riguardo al secondo pilastro previdenziale, la proposta del Governo richiede approfondite valutazioni, politiche e tecniche, in quanto non riconosce il ruolo centrale delle parti sociali.
CONTRATTI – Permane un grosso blocco sui rinnovi contrattuali; l’ANIS per prima dimostra di non avere un ruolo costruttivo nella situazione in cui versa il Paese, trascinando anche le altre associazioni a non essere interessate ai rinnovi, col risultato di non creare quella stabilità sociale che serve per fare riforme eque e condivise. L’Attivo Generale dei Quadri ribadisce la strategia della CSU, volta al rinnovo di tutti i contratti scaduti tutelando le retribuzioni dall’erosione dell’inflazione.

PROGETTO DI SVILUPPO – RAPPORTI CON L’ITALIA – Allo stesso tempo occorre salvare il lavoro e progettare nuovo sviluppo per l’occupazione. A tal proposito si sollecitano progetti di sviluppo concreti da parte del Governo, su cui potersi confrontare seriamente. Per superare lo stallo economico derivante dalla crisi dei rapporti con l’Italia e uscire dalla black list, è indispensabile giungere ad una vera trasparenza, a cui si può pervenire unicamente attraverso lo scambio automatico di informazioni, anche unilaterale, per facilitare la sottoscrizione degli accordi necessari con l’Italia ed eliminare le sacche di resistenza al cambiamento ancora molto presenti nel nostro Paese. Questo oggi è il compito che spetta alla classe politica, svolgendo un confronto democratico con sindacati e categorie.

Il Governo si è invece attestato su una totale contrapposizione alle richieste dei lavoratori e dei cittadini assumendosi la grave responsabilità di inasprire il conflitto sociale, mettendo in campo scelte sciagurate come l’addizionale IGR, la supertassa sui lavoratori frontalieri, l’imposta straordinaria sui redditi da pensione, i tagli alle indennità, i pensionamenti coatti e le forzature legislative che cancellano parti contrattuali condivise e sottoscritte. In quanto poi alla tassa sui beni di lusso, chiesta a gran voce dai lavoratori e dai pensionati, il risultato sa addirittura di beffa! La CSU pretende dalla classe politica un progetto condiviso per rilanciare il sistema economico, per fare le riforme, incrementare il lavoro e l’occupazione e rinnovare i contratti.

Attivo Generale dei Quadri CSU