Si è spento oggi, all’età di 96 anni, Jean-Marie Le Pen, figura centrale della politica francese e fondatore del Front National. La notizia della sua morte è stata confermata dalla famiglia, che ha parlato di una scomparsa avvenuta serenamente nella sua casa a Rueil-Malmaison, vicino Parigi.
Nato il 20 giugno 1928 a La Trinité-sur-Mer, Le Pen ha iniziato la sua attività politica negli anni ’50, venendo eletto deputato all’Assemblea Nazionale nel 1956. Nel 1972, ha dato vita al Front National, partito che ha guidato per quasi quarant’anni, facendolo diventare uno dei protagonisti del panorama politico francese.
Tra i momenti più significativi della sua carriera, il risultato delle elezioni presidenziali del 2002, quando Le Pen riuscì ad arrivare al ballottaggio contro Jacques Chirac. Il suo 17,79% al primo turno segnò una svolta nella politica francese, portando al centro del dibattito temi come l’immigrazione e la sicurezza.
Le Pen è stato spesso al centro dell’attenzione mediatica per dichiarazioni ritenute antisemite e razziste, che gli hanno causato diverse condanne legali. Nel 2015, a seguito di disaccordi con la figlia Marine, è stato espulso dal partito da lui stesso fondato, che nel frattempo aveva cambiato nome in Rassemblement National, con l’obiettivo di ampliare il consenso elettorale.
Jean-Marie Le Pen ha cambiato profondamente la politica francese, portando idee di destra radicale nel dibattito pubblico. La sua eredità è stata raccolta dalla figlia Marine Le Pen, che ha guidato il Rassemblement National a risultati elettorali importanti negli ultimi anni, mantenendo molte delle tematiche introdotte dal padre.
La morte di Le Pen ha suscitato reazioni contrastanti. Da una parte, alcuni lo ricordano come un leader che ha rappresentato un’ampia fascia della popolazione francese; dall’altra, non mancano critiche sul suo ruolo divisivo e sulle sue posizioni estremiste. Marine Le Pen ha dichiarato che “oggi si chiude un capitolo della nostra storia familiare e politica”.