Si sente male al volante. Vittima l’imprenditore di Riccione Giuliano Vivarelli. Aveva 67 anni

nuovo-pronto-soccorso-ospedale-infermi-rimini-e1304412987711L’ha tradito il cuore mentre era alla guida del furgone. Giuliano Vivarelli, 67 anni, originario di Molinella di Bologna, ma da tempo residente a Riccione, l’altra sera si è sentito male all’improvviso: non ha fatto tempo a fermarsi, perdendo il controllo del mezzo. Il furgoncino bianco ha imboccato contromano la rotonda di via Costantinopoli, a Miramare, finendo la sua corsa dopo aver abbattuto due pali della segnaletica stradale. In quattro giorni sono state quattro le vittime della strada, morte a seguito di un incidente. E sulla strada se n’è andato Giuliano Vivarelli, noto artigiano, ma anche scultore e pittore, artista a tutto tondo amante del mare e dello sport, tanto da essere stato campione italiano ed europeo di pattinaggio a rotelle. Da diversi decenni sul lato ponente del portocanale, in viale Bellini, conduceva «l’Atelier Vivarelli», dove creava borse, cinture, braccialetti, borselli e portafogli rigorosamente fatti a mano e made in Italy. La sua carriera iniziò negli anni Settanta con il primo negozio aperto in via Cartolerie, in pieno centro a Bologna. Seguì quello nel cuore di Modena. Ricorda la nipote Daniela Vivarelli, figlia del fratello: «Mio zio aveva imparato a lavorare il cuoio, che marchiava a fuoco, direttamente dagli indiani nelle riserve. Quel popolo lo aveva affascinato a tal punto da portarlo a interpretare un indiano in un film degli anni Sessanta. Tanto più che aveva capelli neri e lunghi ed era capace di cavalcare». Singolare è stata la sua esperienza fatta in una capanna sull’Appennino tosco-emiliano in un bosco di proprietà della famiglia, dove per lungo tempo, prima di arrivare a Riccione, è vissuto come un eremita». Vivarelli aveva ereditato la passione per il suo lavoro dal padre, che nell’azienda di famiglia a Bologna produceva borse. Poi negli anni Ottanta/Novanta, periodo dei metallari e dei punk, l’exploit a Riccione con il negozio Anatra metallica, aperto in parallelo a quello avviato a Londra, fino all’Atelier sul porto canale, tuttora meta di riccionesi e turisti. Oltre a dare vita alle sue creazioni in cuoio, l’imprenditore dipingeva e scolpiva opere. La salma di Vivarelli, che oltre a Daniela lascia Riccardo, altro nipote, dopo una cerimonia privata, sarà cremata e dopo l’estate, probabilmente i primi di ottobre, le sue ceneri verranno disperse in quel mare che tanto amava. il Resto del Carlino