Siamo uomini di pace. I fatti di Parigi hanno responsabilità molto in alto, là dove si decide di fare la guerra. Angela Venturini intervista a Abderrahim Kourikch, responsabile della “Sala di preghiera” a Gualdicciolo

musulmani-preghieraSiamo uomini di pace. I fatti di Parigi hanno responsabilità molto in alto, là dove si decide di fare la guerra.

Intervista a Abderrahim Kourikch, responsabile della “Sala di preghiera” a Gualdicciolo

“No, grazie. Preferisco non fare foto”. Abderrahim Kourikch, presidente dell’Associazione Islamica Culturale “AL NUR” e responsabile della “Sala di preghiera” a Gualdicciolo, è gentile e disponibile, ma anche riservato. Mentre parla con noi, saluta col capo e con un sorriso tanti giovani uomini, tutti musulmani, che la domenica mattina raggiungono la sala con i bambini. E’ l’ora della scuola di Corano, ma anche un momento di aggregazione, oltre a quelli classici dedicati alla preghiera, come accade ogni venerdì sera. Questa sede è un punto di riferimento per tutta la comunità musulmana della zona.

Abderrahim è ingegnere, viene dal Marocco, ed è residente a San Marino da due anni, mentre sua moglie Cristina, di origine italiana, è residente da oltre 25 anni. Entrambi vivono e lavorano a San Marino, insieme con i loro figli.

Ma prima di rispondere alle nostre domande, Abderrahim Kourikch pone una condizione: “Nessuno deve avere disturbo da questa intervista. Noi siamo ospiti, e vogliamo portare rispetto al Paese che ci ospita”.

Quanti siete a frequentare questa Sala di preghiera?

“Il numero è variabile, a seconda dei giorni e delle occasioni. Ma per noi, chiunque venga, è ben accetto”.

Quindi vengono persone anche da fuori confine?

“Sì, da San Marino e dalle zone limitrofe, dai paesi della Valmarecchia. La Moschea più vicina è a Rimini”.

Da quanto tempo è stata aperta questa Sala di preghiera?

“Circa un anno e mezzo”.

Come vi ha accolto la comunità locale?

“All’inizio ci sono state delle prese di distanza. Ma, grazie a Dio, adesso non ci sono più problemi. Ci conoscono tutti. Credo che non ci sia più nessuno che abbia delle resistenze nei nostri confronti”.

Avete avuto qualche reazione dopo i fatti di Parigi? Qualcuno che s è scagliato contro di voi?

“Be, quando succedono fatti così gravi, c’è sempre qualcuno che si disturba. Ma io personalmente non ho visto alcun tipo di reazione contro di noi. E neanche i fratelli che vengono qui”.

Questo significa che si tratta di una comunità abbastanza integrata.

“Sì, è così”.

Qual è il vostro pensiero rispetto a quanto è successo a Parigi?

“E’ un pensiero che accomuna tutta la nostra comunità. Noi denunciamo questi fatti: siamo contro la violenza. Secondo noi per risolvere questo problema non dobbiamo andare a fare manifestazioni, ma dobbiamo andare a capire da dove vengono questi comportamenti. Andare all’origine. E’ successo l’11 settembre. Anche in quell’occasione è stata fatta una propaganda che non ha portato a niente e infatti, dopo, sono avvenuti tanti altri attentati. E ogni volta si sbaglia perché non si va a fondo del problema. Se si va avanti così, non si risolve nulla”.

Cosa vuol dire andare a fondo?

“Se rimaniamo solo a constatare e fare la propaganda, non si risolvono i problemi”.

Però lo scontro è anche di natura ideologica, non solo religiosa perché rispetto alla comunità europea, che ha un’altra storia e altre religioni, la comunità musulmana ha una diversa idea di libertà. Che cos’è per voi la libertà?

“La libertà, per la nostra religione, ho lo stesso valore e lo stesso concetto che ha  in tutto il mondo: la libertà si ferma dove inizia quella dell’altro. Quindi non dobbiamo giustificare un’offesa fatta alla libertà”.

Entriamo un po’ più nel merito. Per gli europei, la satira appartiene alla libertà di pensiero. Voi ammettete la satira?

“E’ vero che c’è la libertà di scrivere, ma c’è anche la diffamazione. Nessuna legge accetta la libertà di insulto. Quando  vedo un insulto, mi disturba. Ma credo che questo sia per tutti. Io personalmente, ma anche i miei fratelli, non abbiamo mai detto qualcosa di irrispettoso contro il Papa, o contro Gesù”.

Vuol dire che non accettate la satira religiosa?

“No, io la condanno. Ciò nonostante, sono convinto che la reazione sia stata sproporzionata. Non si deve uccidere nessuno”.

Quindi, per voi fare satira non è semplicemente esprimere un’opinione diversa? 

“In tutti i tipi di letteratura, c’è un significato, un valore. Quelle vignette hanno uno scopo politico. Lo scopo era proprio la provocazione”.

E questa risposta coi fucili?

“Una reazione troppo esagerata. Che crea più danno che benefici. Sarebbe stato meglio fare finta di niente”.

Qual è la vostra posizione verso la religione ebraica, anche questa oggetto di una violenta rappresaglia?

“Cristiani, ebrei, musulmani. Apparteniamo tutti a tre religioni monoteiste: non ci sono problemi. Ma neanche verso le altre religioni, perché esiste la libertà di scelta. Non puoi costringere qualcuno a scegliere quello che hai scelto tu. Noi rispettiamo gli altri, gli altri ci devono rispettare. I musulmani vivono da 14 secoli in tutte le parti del mondo. E’ una realtà. Quello che è successo a Parigi non è un attacco contro i cristiani, ha altre radici”.

L’integralismo esiste in tutte le religioni, ma spingersi fino ad ammazzare, non è eccessivo?

“In guerra, c’è il diritto alla difesa, secondo me. Ma dove c’è la guerra: non qui. La responsabilità di quello che è successo è più in alto, dove si decide di fare la guerra. Ci sono grandi, grandissime responsabilità. Su questo bisogna ragionare, non fare manifestazioni e propaganda”.

San Marino 11 gennaio 2015

Angela Venturini per Giornalesm.com