Siria. Un missile USA centra il “tagliagole del Califfo”

Foley IsisJIHADI JOHN, il barbaro tagliagole dell’Isis che ha sgozzato decine di prigionieri davanti alle telecamere, potrebbe essere stato disintegrato e incenerito l’altra sera da un missile lanciato da un drone MQ9 americano in Siria nella zona di Raqqa. Peter Cook il portavoce del Pentagono non può confermare ufficialmente, spiegando che gli specialisti stanno esaminando ogni dettaglio dell’operazione e anche i brandelli umani trovati tra i resti dell’auto centrata dal missile per stabilire l’effettiva identità dei quattro terroristi colpiti che si trovavano a bordo. «Abbiamo comunque la ragionevole certezza che Jihadi John sia stato ucciso», fanno sapere dal ministero della Difesa.
JIHADI JOHN che in realtà si chiama Mohamed Emwazi era stato individuato dall’intelligence a Raqqa da diversi giorni. Il suo coltello, impugnato con la mano sinistra e il passamontagna nero calato sul volto ma con gli occhi liberi, sono diventati in fretta il simbolo dell’orrore dell’Isis e una delle più inquietanti immagini dell’estremismo islamico quando nel 2014 con un colpo solo decapitò il disperato giornalista americano James Foley, dopo avergli fatto pronunciare un atto di condanna nei confronti degli Usa.
Dopo di lui vennero sgozzati cittadini britannici e giapponesi, ma Emwazi viene identificato e il suo vero volto fa il giro del mondo. Lo scambio di dati dell’intelligence, agenti infiltrati in Siria e in Afghanistan, avrebbe consentito di mettere a punto le coordinate per i droni mentre le forze speciali Usa, le stesse addestrate per l’attacco a Bin Laden, monitoravano gli spostamenti del gruppo pronte a entrare i azione se i due missili avessero fallito. Il raid a Raqqa, considerata la roccaforte e il centro operativo del Califfato, segna anche il grado di penetrazione delle forze speciali americane in Siria.
La ‘prova’ della sua morte avrebbe un peso enorme nella battaglia contro l’Isis, perché indicherebbe la graduale vulnerabilità dei suoi leader più spietati. Alcuni dei familiari delle sue vittime però non gioiscono: «Mi rattrista – ha detto Diane Foley, la madre di James – che in America stiamo celebrando la morte di questo squilibrato. È stato fatto un enorme sforzo per dare la caccia a un uomo pieno di odio invece di sforzarsi e salvare la vita degli ostaggi quando erano ancora vivi. Credono che la notizia della sua uccisione possa darci conforto, ma non è così».
OBAMA nel frattempo ha annunciato che «è stata bloccata l’avanzata dell’Isis». La sorte del massacratore britannico però rimane un giallo.

Resto del Carlino