Siria. Raid, Cameron bombarda L’Isis agli inglesi: ora vi colpiremo

cameronDETTO, FATTO. A poche ore dal via libera del parlamento britannico, 4 bombardieri
Tornado Gr4 della Raf, armati con bombe a guida laser/gps Paveway IV (230 chili), accompagnati da un drone MQ9Reaper e riforniti in volo da un A330/Voyager, sono decollati dalla base di Akrotiri a Cipro e hanno attaccato il campo petrolifero siriano di al Omar, 50 chilometri dalla frontiera con l’Iraq. Secondo il segretario britannico alla difesa Michael Fallon «con due ondate di attacchi sono stati colpiti sei obiettivi e pesantemente danneggiato il campo petrolifero» che dà a Daesh risorse variabili tra 1.7 e 5.1 milioni di dollari al mese.
La risposta di Daesh è stata inondare la rete con una serie di minacce di attacchi alla Gran Bretagna: «Non prendetevela con l’Islam quando vi colpiremo», si legge sui comunicati fatti circolare sul web. «Londra dopo Parigi», è uno degli slogan più ripetuti.
L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha confernato il raid ad al Omar e ha parlato di attacchi anche nei vicini campi di Jafra e Tanak (forse condotti da altri aerei della coalizione, ma lo sapremo solo oggi quando il Pentagono farà il tradizionale bilancio delle missioni). Da notare che mercoledì i Tornado inglesi (una serie di attacchi della coalizione che hanno colpito altri campi petroliferi e obiettivi militari di Daesh) avevano invece effettuato strike in Iraq, attaccando sei pozzi del campo petrolifero di Dayr al Zawr. Dato che come ha annunciato il premier David Cameron «la campagna aerea sarà lunga», il ministero della Difesa britannico ha deciso di raddoppiare le forze in campo dei raid contro Daesh inviando alla base di Akrotiri 2 Tornado e 6 Typhoon.

LONDRA non ha escluso anche l’invio di 120 consiglieri militari in Siria, per addestrare i curdi siriani e i loro alleati yazidi e sunniti moderati. Dopo il via libera del parlamento tedesco (che ha autorizzato l’impiego contro Daesh di 6 aerei Tornado, un velivolo da rifornimento, una nave da guerra e 1200 uomini), presto arriveranno anche i tedeschi. Turchia e Germania stanno lavorando per finalizzare un memorandum di intesa per concordare all’interno di una cornice legale l’invio di sei aerei Tornado, oltre che l’aereo per il rifornimento e 550 uomini alla base aerea di Incirlik.
Va detto che l’effettuazione di bombardamenti britannici sui pozzi siriani giunge dopo le dure accuse di Putin alla Turchia e alla stessa famiglia Erdogan, accuse che Ankara bolla come «propaganda sovietica». Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ieri ha tentato di ribaltarle affermando di avere «le prove di un coinvolgimento della Russia nel contrabbando di petrolio». Ieri a Belgrado c’è stato un incontro tra il Segretario di Stato americano Kerry e il suo omologo Lavrov. «Kerry – ha detto al termine Lavrov – concorda con me che è urgente chiudere la frontiera tra Turchia e Siria, attraverso la quale i jihadisti ricevono armi e finanziamenti». E proprio Kerry: «L’Isis non si può sconfiggere solo con gli attacchi aerei e per questo è necessario trovare forze di terra siriane o arabe in grado di affrontarlo».

INTANTO va avanti il processo negoziale di Vienna, e sembra aprirsi qualche spiraglio. «Le Nazioni Unite – ha detto il segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon – stanno lavorando per dare il via a colloqui di pace tra le parti in guerra in Siria e per un cessate il fuoco nazionale nel mese di gennaio». Il piano di pace concordato il mese scorso da 17 nazioni a Vienna prevede il primo gennaio come il termine ultimo per l’avvio dei negoziati tra il governo e l’opposizione. Ban ha detto di aspettarsi che «il terzo incontro «formato Vienna» si terrà a New York», ma non ha rivelato la data, che secondo indiscrezioni poterebbe essere il 18 dicembre.