Siria: Selena, la bambina prodigio sopravvissuta al sisma

È un piccolo genio, per questo si è salvata dal terremoto che ha distrutto la sua abitazione. Selena Salman ha 12 anni e frequenta il primo anno della scuola per talenti di Latakia. Per questa ragione la notte del 6 febbraio non era nella sua casa con la mamma ad Astoma, nella zona rurale di Lakatia. “Mia mamma si era trasferita lì pochi mesi fa – racconta – ma io volevo proseguire la scuola in città quindi sono rimasta a vivere dalla zia. I trasporti non sono buoni quindi ho preferito rimanere qui per frequentare le lezioni”.
Le due scosse fatali quella notte hanno compromesso le linee telefoniche, la notizia del crollo della palazzina a cinque piani dove vivevano, sulla strada principale del paese, è arrivata solo dopo molte ore. “Lo shock è stato troppo forte – racconta Eba Ibrahim Haifa, la zia che ora ha in affido la giovane -. Non siamo riuscite ad andare subito a vedere cosa fosse capitato, ma sono partiti immediatamente alcuni parenti. Ci hanno raccontato che la gente scavava con le mani, mancavano i mezzi di soccorso, le gru per spostare le macerie sono arrivate molto tardi. Mia sorella è stata l’ultima a essere estratta dopo due giorni di ricerche”.

Un dolore troppo grande, “ma per fortuna – racconta Selena, che da grande sogna di diventare medico – sono forte e sono riuscita a superarla”. Adesso lei vive con la zia e i cugini a Latakia, dove continuerà a frequentare la scuola. Grazie al suo talento nelle materie scientifiche è stata scelta per le Olimpiadi di matematica, un grande orgoglio per la sua famiglia.
“I primi istanti non sono stati facili – confida la zia Eba – amavo mia sorella e accogliere Selena in casa è come avere mia sorella sempre presente. Anche noi abbiamo perso i genitori da giovani, e lei è stata mamma e papà per la nostra crescita”.
E nelle complicati fasi, subito dopo il terremoto, anche il ritorno nella casa di Astoma. “Nei giorni successivi siamo andate sul posto – racconta la donna -. Dovevamo cercare dei documenti importanti che aveva conservato mia sorella proprio nella nuova abitazione. Abbiamo scavato con la mani tra quello che restava della casa, e credo che questo sia stato il momento più doloroso. Mentre lo facevo mi sembrava di rivivere i suoi ultimi istanti, mi sono chiesta cosa avrà provato, se si è accorta di quello che stava succedendo. È stato difficile”.

   


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