In questi anni, complice la crisi, i quotidiani hanno spesso preso spunto, per il racconto della realta?, dall’economia. A sua volta l’analisi economica non puo? che partire da cio? che accade ogni giorno per porsi domande e ricercare risposte. La scorsa settimana per esempio e? stato il tempo dell’odio e dei suoi fomentatori.
E tuttavia sappiamo che esistono anche ex cattivi e che l’odio non si combatte con l’odio ma con la rieducazione. Un ruolo cruciale, in questo senso, l’ha il carcere il cui nome meriterebbe di essere cambiato in ‘sito rieducativo’. E? un percorso complesso soprattutto in Paesi come l’Italia dove il sovraffollamento certo non aiuta. Ci sono pero? luoghi piu? congeniali a dare il la a percorsi virtuosi cui poi il resto del mondo potrebbe ispirarsi. Le cosiddette buone pratiche in questo caso potrebbero essere ricercate proprio a San Marino che dovrebbe darsi da fare per creare un polo d’eccellenza rispetto alla rieducazione dei carcerati. Si dovrebbe partire dallo studio degli spazi che andrebbero completamente rinnovati per poi lavorare sui contenuti, sui programmi di rieducazione.
Penso a un nuovo edificio di ultima concezione con zone d’ospitalita? anche per i familiari (mogli e figli) cosi? come e? previsto da una legge italiana che consente ai detenuti di vedere per otto ore al mese i propri figli, a San Marino il numero delle ore mensili potrebbe essere fortemente aumentato. Cio? permetterebbe agli stessi figli di non perdere il contatto genitoriale poiche? le prime vittime sono proprio loro. L’Europa (Comitato europeo per la prevenzione della tortura) ci richiamo? nel 1992 per la scarsa attitudine degli spazi dell’ex convento a fungere da carcere. Ripensare a quella struttura ci posizionerebbe in Europa tra i primi stati pilota riguardo alla vivibilita? degli spazi e dei luoghi di detenzione.
La costruzione dell’edificio stesso darebbe la possibilita? anche nel suo piccolo di fornire lavoro ad alcune societa? nel comparto edile e architettonico. Il sito rieducazionale deve essere strutturato come una vera e propria societa? sul modello di San Patrignano. L’idea geniale di Muccioli fu quella di raccogliere ragazzi ai bordi della societa? e costruire ad hoc per loro una vera e propria struttura aziendale, oggi tra le prime in Italia. La nuova azienda del Titano potrebbe nei momenti di scarsa presenza, visto il limitato territorio, fare convenzioni con le carceri limitrofe per dare continuita? all’azienda statale e coprire i settori alimentari e quant’altro sul modello San Patrignano.
Nel nuovo contesto i detenuti non rappresenterebbero piu? un vuoto a perdere della societa? ma avrebbero un ruolo attivo anche nella sfera dell’economia. Preziosa sarebbe poi la loro testimonianza ai giovani sul rispetto della legalita? perche? essi toccherebbero con mano le conseguenze cui altrimenti andrebbero incontro. Si dice spesso che i detenuti stanno meglio in carcere che a casa propria, un luogo comune in cui continuiamo a credere appunto perche? la gran parte delle persone non ha mai visitato una prigione ne? e? entrato in contatto con chi e? stato sradicato dai propri affetti e privato della cosa piu? cara a un uomo: la liberta?.
I carceri di Vasto e quello sull’isola di Gorgona nell’arcipelago toscano rappresentano ottimi modelli cui ispirarsi e un buon esempio ci giunge anche da New York dove lo scorso anno i prigionieri dell’Eastern Correctional Facility hanno avuto l’opportunita? di mostrare il loro valore sfidando – e vincendo – gli studenti di Harward in una gara di retorica. L’evento newyorkese ha poi ispirato il carcere di Regina Coeli dove di recente anche i detenuti di quel penitenziario hanno sfidato e vinto gli studenti universitari della Facolta? di Lettere di Tor Vergata in un dibattito sull’uso delle armi e la legittima difesa. Segno che spesso la determinazione ad ottenere un riscatto di fronte alla societa? ma soprattutto di fronte a se stessi e? qualcosa che non si dovrebbe mai sottovalutare, specie in un Paese con una classe politica attenta a trasformare i suoi anelli deboli in punti di forza.
Stefano Ercolani – Presidente Asset Banca
IL PIU? SICURO MA PIU? DIFFICIL MEZZO DI PREVENIRE I DELITTI SI E? DI PERFEZIONARE L’EDUCAZIONE.
CESARE BECCARIA