Smog, i dati choc della Pianura Padana. Colpa dell’alta pressione

La pianura padana è sotto assedio delle polveri sottili: Milano è la terza peggior città al mondo per inquinamento atmosferico, ma lungo la via Emilia sono molte le città con valori ben oltre la soglia consentita. Colpa dell’alta pressione che da un mese crea condizioni sfavorevoli, spiega Arpae.

Modena ha sfondato quota 100 mg di Pm10 al metro cubo, Piacenza a 99 contro un valore limite di 50. Preoccupazione anche per i valori delle polveri ultrafini da 2,5 micron, mai così alti negli ultimi anni: Parma Savignano sul Rubicone, in provincia di Forlì Cesena, le peggiori.

La conferma che l’aria resta da bollino rosso arriva anche dall’ultimo bollettino di Arpae, emesso oggi. E così, fino a mercoledì 21 compreso, proseguono le misure emergenziali, a partire dallo stop ai diesel Euro 5 dalle 8.30 alle 18.30 nei comuni con più di 30mila abitanti. Il provvedimento rientra tra quelli previsti
a livello regionale, in base alle misure adottate dalla Regione Emilia-Romagna e collegate al Pair. Il prossimo bollettino sarà pubblicato mercoledì.

Nel servizio di Paolo Pini, montato da Dario Collina, l’intervista a Vanes Poluzzi responsabile qualità dell’aria di Arpae.

Modena ha sfondato quota 100 mg di Pm10 al metro cubo, Piacenza a 99 contro un valore limite di 50. Preoccupazione anche per i valori delle polveri ultrafini da 2,5 micron, mai così alti negli ultimi anni: Parma Savignano sul Rubicone, in provincia di Forlì Cesena, le peggiori.

La conferma che l’aria resta da bollino rosso arriva anche dall’ultimo bollettino di Arpae, emesso oggi. E così, fino a mercoledì 21 compreso, proseguono le misure emergenziali, a partire dallo stop ai diesel Euro 5 dalle 8.30 alle 18.30 nei comuni con più di 30mila abitanti. Il provvedimento rientra tra quelli previsti
a livello regionale, in base alle misure adottate dalla Regione Emilia-Romagna e collegate al Pair. Il prossimo bollettino sarà pubblicato mercoledì.

Nel servizio di Paolo Pini, montato da Dario Collina, l’intervista a Vanes Poluzzi responsabile qualità dell’aria di Arpae.

I consigli

Evitare l’esercizio all’aperto, chiudere le finestre per non fare entrare in casa l’aria inquinata, indossare una mascherina all’aperto, procurarsi un purificatore d’aria. Secondo Arpae a Modena e San Lazzaro di Savena (Bo) ieri 18 febbraio si sono toccati i 93 ?g/m³ (microgrammi per metro cubo di aria).

In Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte

I dati riferiti alle zone di pianura non sono molto diversi. Ma quali sono le cause? La Pianura padana si trova in una situazione geografica e climatica molto sfavorevole. Chiusa per tre lati da Alpi e Appennini, ha poca ventilazione e una scarsissima circolazione d’aria. Quando il clima è come quello delle ultime settimane – alta pressione e temperature sopra le medie stagionali – l’aria più fredda ristagna nelle pianure e, oltre a formare nebbie mattutine e notturne, impedisce il rinnovamento atmosferico con conseguente accumulo degli inquinanti. Inoltre in pianura padana c’è un’altissima densità di popolazione, tra le più elevate in Europa, che come conseguenza porta a un alto numero di veicoli circolanti e di abitazioni (che emettono gas per il riscaldamento). La terza causa, poco citata ma non per questo meno importante, è che la pianura padana ospita importanti allevamenti intensivi ed è sede di coltivazioni agricole che utilizzano sistemi di produzione che prevedono un ampio utilizzo di fertilizzanti, che producono ossidi di azoto.

Nelle scorse settimane, Arpae ha emanato più volte il bollino rosso per tutte le province dell’Emilia-Romagna.

L’esperto

Per oggi non andate a correre”. Il suggerimento viene da Federico Grazzini, meteorologo Arpae, alla luce dei dati delle polveri sottili che vengono dalle centraline bolognesi. “Stiamo registrando – scrive Grazzini sui social – valori della qualità dell’aria tremendi, soprattutto ieri le polveri (Pm 2.5) si sono alzate su valori che io non ricordo di aver mai visto per questo pericoloso tipo di inquinante”.  Si tratterebbe, spiega ancora Grazzini, dell’ “effetto combinato di giorni e giorni di inversione termica con il conseguente accumulo di inquinanti”.

Secondo Greenpeace gli allevamenti intensivi producono più smog delle auto

Il 54% del Pm2.5 non è prodotto dalle auto, a differenza di quello che molti ritengono, ma dal riscaldamento e dagli allevamenti. Mettendo tutto insieme, si capisce la pessima qualità dell’aria in pianura padana in questi giorni, superiore anche ai Paesi dell’Est europeo che utilizzano ancora in gran parte il carbone per il riscaldamento e la produzione elettrica.

rainews.it