Condanna a tre anni e sei mesi e ordine di arresto per Massimo Maria Micheloni. Si sono aperte così ieri per il sammarinese le porte del carcere dei Cappuccini. E’ infatti arrivata ieri la sentenza d’appello del processo che ha visto coinvolti cinque amici’ di Fabrizio Corona, quelli che aiutarono il famosissimo paparazzo dei vip a trasferire in Repubblica i soldi della «Corona’s», la società finita in bancarotta. Nel primo pomeriggio di ieri Micheloni è stato rinchiuso nel carcere dei Capuccini e insieme al sammarinese sono stati condannati anche Luciano Vannucci (anche lui sammarinese che però potrà scontare la pena ai servizi sociali) e Gian Mario Matera, per entrambi 2 anni e sei mesi. Due anni e tre mesi per Tiziano Bruno, mentre è stato assolto Giorgio Urbinati. Il procuratore del Fisco Roberto Cesarini lo scorso 4 ottobre aveva chiesto le conferme delle condanne di primo grado per tutti gli imputati: 3 anni e sei mesi per Luciano Vannucci e Massimo Maria Micheloni, 2 anni e mezzo per Matera, 2 anni e tre mesi per Urbinati e Bruno. Corona, che non è mai stato imputato in questo processo, era stato sentito con rogatoria. L’INCHIESTA sammarinese sulle somme riconducibili al fotografo, un milione e 300mila euro, era partita nel 2010 da una rogatoria della Procura di Milano che all’epoca indagava sulla bancarotta fraudolenta della Corona’s. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la somma era stata trasferita a San Marino attraverso la costituzione di un’altra società, la Fenice srl’, di diritto sammarinese e della quale lo stesso Corona risultava essere amministratore unico. La stessa somma sarebbe passata poi alla società Zeta srl’, anche questa di diritto sammarinese, della quale risultava amministratore unico Giorgio Urbinati e attraverso quest’ultima, con false vendite e altrettante false fatture, alla Ta.Da.’, società di diritto inglese con amministratore Tiziano Bruno.
