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(ANSA) – RAVENNA, 24 NOV – Nessuna certezza sul significato
di “sospensione dell’attività” e danni all’azienda che si
profilano ingenti, nell’ordine di diverse decine di migliaia di
euro, in un periodo, l’inverno, in cui la richiesta di pellicce
è più alta. Lo afferma Maurizio Zoffoli, titolare
dell’allevamento di visoni di San Marco (frazione alle porte di
Ravenna), uno dei pochi rimasti in Italia e uno dei due
dell’Emilia-Romagna, in un’intervista all’edizione ravennate del
Resto del Carlino commentando l’ordinanza con cui il ministro
alla Salute Roberto Speranza ha sospeso le attività di settore
su tutto il territorio nazionale fino a fine febbraio quando
verrà effettuata una nuova valutazione sullo stato
epidemiologico.
Il titolare ha fatto presente che si tratta di un’attività di
famiglia aperta oltre 20 anni fa nella quale hanno investito
tutti i loro soldi “per potere sempre rispettare le regole
fissate dal Governo”. I diversi monitoraggi sia di Ausl sia del
Nas, l’ultimo pochi giorni fa, hanno stabilito che “sia io che
gli animali godiamo di buona salute”. Sulla sorte dei visoni,
solo dubbi: “Devono continuare a mangiare tutti i giorni, non
vivono mica d’aria”. Da quando è partita la pandemia da
Covid-19, l’uomo ha garantito di non avere più fatto entrare
nessuno dentro l’allevamento: “Ai clienti mostro il lavoro
finito, cioè la conciatura ma mai l’animale vivo”. Per capire
cosa esattamente significhi lo stop all’attività e se ciò
preveda eventuali ristori, il titolare ha già chiesto
chiarimenti alla sua associazione di categoria.
Da Galeata, nel Forlivese, dove si trova l’altro allevamento
della regione, il titolare Luca Cassinadri al Resto del Carlino
locale spiega: “Interpreto a caldo quanto scritto nell’ordinanza
e penso che il termine ‘sospensione’ significhi che se
l’allevamento è ‘Covid free’, come nel mio caso, essendo
l’attività controllata in modo stringente dagli operatori dei
servizi veterinari e sanitari può andare avanti fino alla fine
di febbraio”. (ANSA).
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