Sovranisti distanti e in lite tra loro

Roma. L’obiettivo comune è raggiungere come centrodestra più del 50% e una solida maggioranza parlamentare nelle eventuali elezioni politiche. Ma con le Regionali alle porte per le forze sovraniste è tempo di spingere sul pedale delle competizione interna e consolidare il proprio consenso.

In questi mesi la Lega ha lasciato sul campo alcuni punti percentuali rispetto al 34% delle Europee, attestandosi oggi attorno al 26%. Fratelli d’Italia, invece, dal 6,5% ha quasi triplicato i propri simpatizzanti portandosi vicino a quota 15%. Una mobilità del consenso che porta Matteo Salvini a premere sull’acceleratore e Giorgia Meloni a tentare di consolidare o magari migliorare ancora il trend di crescita. In questo clima spiragli per la collaborazione con il governo Conte – ammesso che l’esecutivo decida realmente di modificare l’atteggiamento di chiusura – sono difficili persino da immaginare. «Abbiamo dato la nostra disponibilità a collaborare a febbraio, e non ci hanno risposto. Ora che sono in difficoltà, ce lo chiedono. Comunque ci sono due nostre proposte, il modello Genova sulla semplificazione della burocrazia, e la flat tax. Se vogliono collaborare davvero, ci dicano sì o no», dice Salvini da Napoli dove si trova per l’ingresso nella Lega di due ex azzurri come l’ex assessore al Lavoro della Regione Campania Severino Nappi e il consigliere regionale Giampiero Zinzi.

Giorgia Meloni, invece, parlando con il Corriere della Sera pone condizioni stringenti. «Vogliono dialogare? Bene, ecco le due condizioni. Sparisce tutto quello che non c’entra con il rilancio: poltrone, consulenze, amenità, bonus inutili. E le riunioni le facciamo in streaming. Ci stanno? I signori del M5s, che tanto amavano la trasparenza, guarda caso adesso dicono di no». Quel che è certo è che in queste ore si sta giocando una partita delicata. La prossima settimana i leader del centrodestra si vedranno per parlare delle regionali e sciogliere i principali nodi sul tavolo, a cominciare dai casi della Campania e della Puglia. Fratelli d’Italia e Forza Italia rivendicano i propri candidati-governatori, rispettivamente, Raffaele Fitto in Puglia e Stefano Caldoro in Campania, invocando il classico «pacta servanda sunt», ovvero l’accordo dell’ottobre scorso, ma la Lega continua a chiedere una Regione del Sud. E qualcuno dalle parti dei sovranisti inizia a suggerire uno scambio tra Campania e Toscana per uscire dalla strettoia. Ieri il leader del Carroccio ha fatto ancora una volta intendere di preferire in Campania un altro candidato e di volere una figura nota e proveniente dalla società civile. Il problema che non ha strappato il «sì» da parte delle figure che ha sondato. «Caldoro è una brava persona. Ma la Lega vuole il cambiamento». Il problema è che i sondaggi vedono lo stesso Caldoro in testa tra i candidati politici del centrodestra, così come in Puglia Fitto risulta nelle condizioni di sconfiggere Michele Emiliano con sette punti di vantaggio. Il braccio di ferro, insomma, è in corso e, sondaggi alla mano, l’usato sicuro appare più affidabile rispetto al nuovo.


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