”Siamo preoccupati per i ripetuti avvistamenti di questi grossi animali, forse pantere, che abbiamo segnalato alle autorità forestali. Il nostro dovere l’abbiamo fatto. Adesso siamo certi che chi di dovere farà i dovuti sopralluoghi e tutte le verifiche del caso». Parla Claudio Astolfi, agricoltore di Spadarolo, uno dei quattro residenti nella zona della cosiddetta ‘polveriera’, un grosso bosco a ridosso del Marecchia, che hanno visto gli animali. Altri residenti ironizzano. Ma lui tira diritto. Ha fatto il primo avvistamento, «qualche mese fa mentre andavo a caccia». Ma l’uomo non aveva dato peso all’apparizione. Secondo avvistamento, questa volta doppio, una ventina di giorni fa, ad opera di due operai agricoli extracomunitari. «Erano due bestie nere e grosse – racconta al ‘Carlino’ Diarrassouba Barigaly, per tutti Jerry, 28enne immigrato dalla Costa D’Avorio –, sono scese da un albero ai confini del bosco. Io stavo a dieci metri di distanza. Ho avuto paura. Mi sono nascosto nel campo e ho chiesto aiuto al mio collega sudamericano. Da quel giorno quando lavoro nei campi mi porto sempre dietro un coltello». Ultimo avvistamento lunedì mattina, intorno alle sei, ad opera di un cacciatore che abita in via dei Mulini: «Prima mi è sfilata davanti la prima bestia – racconta Ivano –, lunga tra un metro e mezzo, seguita dopo pochi attimi dalla seconda. Sono rimasto paralizzato. Avevano il muso schiacciato e toraci imponenti». Tante le impronte trovate sul terreno bagnato. I residenti attendono che la Guardia Forestale, intervenuta lunedì mattina per un sopralluogo, piazzi le cosiddette ‘fototrappole’, macchine fotografiche a raggi infrarossi che si attivano al movimento.
E ieri a Spadarolo è andato a caccia delle pantere il fotografo Claudio Zamagni, il 39enne di Santarcangelo che da anni immortala i leoni e gli altri grandi felini africani durante i suoi luoghi viaggi nei grandi parchi nazionali del continente. Zamagni, che dal 2011 passa mesi e mesi all’anno tra Sudafrica, Namibia, Botswana a ‘caccia’ di scatti da brivido (le sue fotografie sono apparse su riviste e agenzie internazionali), è voluto andare di persona a cercare tracce delle pantere. «L’habitat è perfetto – assicura il fotografo – Quella zona ha una macchia boschiva con alberi molto alti e grandi, è una zona perfetta per i felini per muoversi anche di giorno senza essere disturbati, e ci sono vari punti dove abbeverarsi…». Insomma, in quella zona «una pantera si troverebbe a proprio agio. Ma le impronte fotografate fanno pensare ad animali più piccoli. Sono sicuramente dei felini, ma potrebbero essere gatti selvatici di grandi dimensioni: possono arrivare fino a un metro e mezzo. Ne sono stati visti altri da queste parti. Un cacciatore ha avuto l’occasione di incontrarne uno a Verucchio». Non va oltre Zamagni, perché «è difficile escludere a priori che siano orme di una pantera. Ma per ora mancano le prove concrete».
Il Resto del Carlino