La cosa più intelligente l’ha detta Alessandro Bonan qualche giorno fa. Cosa che gli succede spesso.
L’ha detta con altre parole ma suona più o meno così: se sai giocare a scopa non puoi giocare a briscola.
Cioè, se non sei la Spagna non puoi pensare di giocare come la Spagna.
Il Giuoco, come diceva Berlusconi, se non ce l’hai non ce l’hai. No?
Altrimenti fai la fine di Calenda. Non capisce la politica e fa lo stratega politico.
Non il politico, lo stratega politico. Da lezioni a tutti. Su cose che non capisce.
Ecco Spalletti ha fatto la figura di Calenda.
Cioè ha cambiato più uomini e schemi e squadre e concetti di gioco di Calenda.
Ti parla come Calenda: sto qui a dovervi spiegare tutto a voi che non capite un caxxo, se andassi in Arabia come Mancini guadagnerei 10 volte di più.
Il ritmo, ci è mancato il ritmo, dice.
Il resto non lo abbiamo mai avuto.
Ma non lo dice.
Cioè, tornando a Bonan, se tu non hai qualità e gioco devi fare una cosa sola, puoi fare una cosa sola, devi fare l’italiano, non lo spagnolo.
Cioè devi prendere atto che loro sanno giocare meglio e devi fare di tutto per farli giocare male.
Devi impedirgli di giocare. Devi puntare a limitare i loro migliori, non puoi pensare di imporre il gioco con i nostri peggiori.
Tutto qui.
Anzi no. Una cosa ancora. Anzi, due.
Se l’unica cosa che puoi fare con gli spagnoli è fare l’italiano, beh, è triste, molto triste, sapere che non puoi fare altro, molto altro, con i croati e con gli svizzeri anche.
E’ l’indice di un calcio italiano scarso. Molto scarso. Fallimentare. E non solo nel gioco.
E’ anche sinonimo dell’Italia tutta, quando si adagia nella sua presunzione, quando pensa di specchiarsi nel come eravamo. Quando pensa che come eravamo sia sufficiente.
Quando pensa di poter imporre il come eravamo con supponenza. Quando pensa che tutto gli è dovuto per nascita. Quando perde la cazzima, la voglia, la fame, di quando eravamo prima, molto prima. Quando avevamo fame appunto.
Quando non giravamo intorno alla nostra pancia .
Forza Sinner.
Forza Jacobs.
Forza Egonu.
Sergio Pizzolante