Spero di aver capito male. AMAZON non spedirà più a San Marino?
Praticamente, piuttosto che cercare di siglare un accordo con il colosso statunitense facendo in modo che i soggetti sammarinesi che acquistano su AMAZON paghino la monofase al 17%, si preferisce tagliare i ponti e far sì che i sammarinesi che desiderano acquistare su AMAZON paghino l’ IVA al 22% facendo arrivare la merce in Italia presso un amico/conoscente.
Evidentemente San Marino non ha bisogno di ulteriori entrate.
Aspetta però…mi pare si chiuda il 2014 con una perdita di circa 15 milioni di euro. E si gongola pure dell’ ottimo risultato! Io penso invece, mio modesto parere, che in uno Stato piccolo come il nostro sia semplicissimo chiudere almeno in pareggio e sia addirittura un dovere. Se non hai entrate sufficienti vuol dire che o le riesci ad incrementare oppure devi diminuire le spese, dal momento che stai vivendo oltre le tue possibilità.
Sono conti che facciamo ogni giorno tutti nei nostri bilanci familiari. Se fai debiti vuol dire che stai rovinando il futuro delle prossime generazioni. Già ciascun sammarinese si ritrova sul groppone quanto meno 10.000 euro di debiti, neonato e novantenne incluso, non credo sia il caso di continuare a percorrere questo sentiero.
Tornando alle questione AMAZON vorrei capire perché a San Marino dobbiamo sempre accettare supinamente tutto.
E’ il caso di iniziare a pensare come arrivare a patti con questi colossi. E non può sempre reggere la scusa che San Marino è piccolo e possiamo fare ben poco. Lussemburgo non è tanto più grande di RSM ed AMAZON ha la sua sede europea proprio in Lussemburgo: AMAZON PAGA LI’ LE TASSE!
Mentre gli altri Paesi europei cercano di far guerra alle multinazionali affinchè queste ultime paghino (oltre l’IVA) le tasse sugli utili nel Paese in cui vendono i loro prodotti devo apprendere che qui a San Marino alziamo bandiera bianca e non riusciamo nemmeno ad incassare la monofase?!? Bah…spero non sia questa la parola FINE.
Alessandro Olei