Sport, calcio. Rimini, il Miramare United risorge dal quartiere e lancia il suo settore giovanile

Il calcio di periferia che unisce passione e valori continua a vivere a Rimini Sud, dove il Miramare United scrive una nuova pagina della sua storia. Ieri, martedì 12 agosto, la società del presidente Raffaele Barretta ha annunciato il lancio del suo settore giovanile, a coronamento di un percorso straordinario iniziato solo tre anni fa.

Lontano dai riflettori e dai meccanismi economici del calcio professionistico, il Miramare United rappresenta un esempio di sport come collante sociale e comunitario. Dopo la promozione in Seconda Categoria, conquistata grazie alla finale di Coppa nella scorsa stagione, la società spalanca ora le porte ai giovani del quartiere con la prima squadra giovanile per le annate 2007, 2008 e 2009.

«Iniziamo quest’anno con la prima squadra giovanile, ma l’obiettivo è creare un vero e proprio settore giovanile, una scuola calcio aperta a tutti, con quote associative calmierate ed un approccio inclusivo – spiega il presidente Barretta – Un presidio sociale per proteggere i nostri ragazzi, aiutandoli non solo nello sport e creando un punto di aggregazione per le famiglie del quartiere e per l’intera comunità».

La storia del Miramare United è una favola di amicizia e passione. Fondato nel 2023 da quattro amici – Barretta, Francesco Lentini, Ciro Cardone e Vito Nitti – per riportare il calcio nel quartiere, il progetto ha poi coinvolto altri soci, diventando un punto di riferimento per i giovani e per la comunità locale.

«L’obiettivo? Vorremmo fare come il Chievo, che da quartiere di Verona è arrivato fino alla Serie A. Magari non proprio nella massima serie, ma ci piacerebbe portare la piazza di Miramare fino alla Serie D», scherza il presidente Barretta, sottolineando la volontà di unire sport, territorio e inclusione.

Il progetto non si limita al campo da gioco: con l’open day dello scorso luglio e le future attività del settore giovanile, il Miramare United punta a riqualificare il quartiere e a creare una rete di iniziative sociali e sportive. «Chiederemo anche al Comune la gestione del centro sportivo per organizzare tornei con squadre provenienti da tutta Italia, riaccendendo così la vocazione turistica della zona», conclude Barretta.

Un esempio concreto di come lo sport possa tornare a essere veicolo di educazione, coesione sociale e opportunità per i più giovani, restituendo al quartiere di Miramare il suo cuore pulsante.