Sport, musica, folklore, ma soprattutto solidarietà internazionale. Sono questi i temi che hanno accompagnato, nel Salone d’onore del CONI al Foro Italico, la presentazione della XXIV edizione del “Mundialido”, il torneo di calcio riservato a squadre formate interamente da immigrati. La competizione, organizzata e gestita dal Club Italia Eventi, è un progetto di mediazione culturale che si pone l’obiettivo di far dialogare e convivere tra loro le diverse comunità di immigrati presenti sul territorio laziale. All’evento inaugurale del torneo, nel quale sono stati sorteggiati anche i gironi, è intervenuto il senatore Claudio Barbaro, presidente delle Associazioni Sportive e Sociali Italiane che collaborano all’iniziativa, e Fabio Spadaccia, assessore allo Sport del V Municipio di Roma Capitale. Tra i presenti anche ambasciatori e delegazioni diplomatiche dei paese rappresentati, oltre a personaggi dello sport e dello spettacolo.
La prima partita si giocherà domenica alle 18 nella cornice dello Stadio Fiorentini, al Parco dei caduti di Marcinelle. A scendere in campo sarà il Marocco, campione in carica, che affronterà la delegazione dell’Ucraina. Già dalle 10 della mattina, però, si potrà assistere alla sfilata delle squadre partecipanti e a tanti altri eventi. I sei gironi anticiperanno la fase a eliminazione diretta che inizierà il 16 giugno. La finale si giocherà “il 29 giugno, festa dei Santi patroni di Roma Pietro e Paolo, sempre allo stadio Fiorentini, in zona La Rustica, area della Capitale da sempre crocevia di comunità straniere residenti”, spiega Eugenio Marchina, patron della manifestazione e presidente del Club Italia.

“L’iniziativa contribuisce a favorire valori e comportamenti comuni, garantendo agli stranieri pari opportunità e la possibilità di partecipare alla vita sociale di Roma e del Lazio. In una realtà socioculturale sempre più protesa verso una convivenza multietnica – continua Marchina -, è evidente il valore rappresentato dal Mundialido ai fini dell’integrazione sociale e dell’aggregazione. Lo sport in generale, e specialmente il calcio, si conferma veicolo essenziale per il coinvolgimento delle persone in percorsi di accoglienza e integrazione; nonché, nel periodo storico attuale, strumento di enorme importanza nella lotta alle discriminazioni e all’emarginazione sociale”. Per questo motivo, “se anche la squadra russa fosse riuscita ad organizzarsi – precisa Marchina – non avremmo avuto problemi a farla giocare”.
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