Sport. Tracollo Bologna, la B è ad un passo

bolognaL’ERRORE di fondo è sempre lo stesso: pensare che il Bologna possa vincere. Ma quando mai: la squadra che in casa sua ha fatto bottino pieno soltanto tre volte, che ha una conclamata allergia al gol e che l’ultima volta, un mese fa, ha vinto in casa col Cagliari grazie a un rigore, chissà perché si era messa in testa di potersela giocare alla pari con la Fiorentina.
Era reduce da una partita decente in casa di una Juve che trotterellava e tanto al Bologna è bastato per illudersi di assomigliare a una squadra, di poter dire la sua contro la quarta in classifica.
LO STESSO errore Ballardini lo aveva già commesso nella partita in casa con l’Atalanta, sdoganando l’attacco a chi attacca inutilmente e che se non sta coperto come un bimbo di sei mesi sulla neve prende gol anche dal Casamicciola. Figuriamoci la Fiorentina di fronte a una squadra sbilanciata e velleitaria come il Bologna: ha impiegato dieci minuti a prendergli le misure poi ne ha impiegati venti per chiudere il conto.
Se il Bologna non avesse sprecato energie alla ricerca di vittorie che non può conquistare e avesse pensato al sodo, come di solito fa in trasferta, a quest’ora non sarebbe in questa drammatica condizione.
Deve sperare, adesso, che: la Juve batta il Sassuolo, che il Livorno batta la Lazio e pure che il Catania non vinca a Verona, altrimenti pure ai siciliani verrà il voglino di lottare per la salvezza. Chiaro no? Questa squadra costruita male, spolpata di quasi tutti i suoi valori e ulteriormente impoverita con la tardiva cessione di Diamanti, non ha la forza tecnica e morale per essere arbitro del suo destino: a segnarlo ci hanno pensato le ultime due campagne acquisti.
IL BOLOGNA si può aggrappare solo ai limiti e alle debolezze altrui. E’ su quelle che deve giocare, ammesso che non sia troppo tardi, perché avrebbe dovuto farlo subito, dimenticando orgoglio e la naturale voglia di migliorare che anima ogni allenatore. Qui è tempo sprecato. Lo è sempre se ti impegni e corri come un forsennato verso un gol che non puoi segnare, semplicemente perché non ci sono giocatori in grado di segnarne abbastanza per salvare la baracca e non c’è neppure un gioco che li metta in grado di migliorare la loro miserevole media.
Ogni partita contiene la solita illusione e la solita disillusione. La squadra si butta all’attacco perché è costretta a farlo, perché glielo impone il copione, ma da molto tempo non lo fa più con convinzione: non può averne nei propri mezzi chi dall’inizio della stagione tiene palla solo per rinviare il momento in cui prenderà gol.
La situazione è chiaramente drammatica, ma l’unico sistema per affrontarla è di giocare per pareggiare, con la speranza che le altre pericolanti perdano.
Peccato, però: nel tentativo di essere ciò che non può essere, il Bologna sta buttando via la salvezza. Il Resto del Carlino