
Fiato sospeso in tutto il Paese per le nuove misure restrittive in arrivo con l’ennesimo Dpcm che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dovrebbe presentare all’inizio della prossima settimana: l’ipotesi chiusura è ormai fin troppo concreta, e proprio questa mattina si è tenuto un incontro con i governatori delle Regioni.
Nel corso della riunione, come riportato da “Il Corriere”, alcuni presidenti avrebbero chiesto prima di tutto di tutelare le persone anziane, una delle categorie considerate più a rischio. I governatori di Lombardia, Piemonte e Liguria, ossia Attilio Fontana, Alberto Cirio e Giovanni Toni hanno infatti proposto di inserire nel nuovo Dpcm delle limitazioni agli spostamenti per tutti coloro che hanno un’età superiore ai 70 anni, così da ridurre il rischio che questa categoria di cittadini possa entrare in contatto con il Sars-Cov-2. Sarebbe stato il leader di “Cambiamo” il primo ad avanzare questa richiesta durante il meeting di questa mattina con il ministro della Salute Roberto Speranza ed il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Francesco Boccia.
A seguito dell’incontro, Giovanni Toti ha pubblicato un lungo post sulla propria pagina Facebook per raccontare ai cittadini quanto avvenuto durante la riunione. “Mattinata di confronto tra Governo e Regioni su nuove misure per contenere il Covid-19. Non credo che il Paese possa permettersi un nuovo lockdown, così come sarebbe impossibile bloccare gli spostamenti tra regioni mentre l’Italia continua a lavorare e produrre”, ha esordito il governatore della Liguria, che poi ha parlato della necessità di avere una burocrazia più agile e meno rigida per“assumere a tempo indeterminato senza concorso, prendere medici anche non specializzati e assumere infermieri anche prima della fine del corso di studi”.
L’attenzione del leader di “Cambiamo” si concentra appunto sugli anziani, cittadini che adesso devono essere maggiormente tutelati.“La maggior parte dei pazienti gravi nei nostri ospedali e purtroppo anche dei morti che piangiamo ogni giorno è composta da persone sopra i 75 anni”, ha spiegato il governatore.“Solo ieri tra i 25 decessi della Liguria, 22 erano pazienti molto anziani. Si tratta di persone spesso in pensione, che non sono indispensabili allo sforzo produttivo del Paese ma essendo più fragili vanno salvaguardate in ogni modo. Perché non si interviene su questa categoria? Proteggendo i nostri anziani di più e davvero, la pressione sugli ospedali e il numero dei decessi diventerebbero infinitamente minori”, ha aggiunto. Parole che hanno provocato qualche polemica sui social. “Sarebbe folle richiudere in casa tanti italiani per cui il Covid normalmente ha esiti lievi, bloccare la produzione del Paese, fermare la scuola e il futuro dei nostri giovani e non considerare alcun intervento su coloro che rischiano davvero. Speriamo ci sia saggezza stavolta e non demagogia”, ha quindi concluso Toti.
Anche il segretario della Lega Matteo Salvini sembra aver sposato la stessa idea. “Faccio e faremo di tutto per evitare un’altra chiusura totale generale che sarebbe un disastro, le persone si possono curare a casa: terapia a domicilio, cure a domicilio, telemedicina, tampone a domicilio”, ha dichiarato, come riportato da “AdnKronos“. “Proteggere, se serve tenendo a casa i più anziani, i più fragili, i più esposti”. Il leader del Carroccio ha ricordaro che l’età media di coloro che sono morti è 81 anni, e riferito che “3 persone su 4 sono morte con almeno altre tre malattie quindi vuol dire che il covid colpisce soprattutto i più anziani”. Ecco perché, secondo Salvini, è ora importante intervenire sui soggetti a rischio, e non“punire, rinchiudere, inseguire, perseguire 60 milioni di Italiani”. Delle limitazioni agli spostamenti per questa categoria di persone sono ora doverose, ha affermato l’ex vicepremier.
Fondamentale, per i governatori, agire tutti allo stesso modo. Ecco perché nel corso della videoconferenza, come è stato riportato da “Huffington post”, è stato esplicitamento chiesto di applicare delle misure unitarie, che coinvolgano tutto il Paese. No, dunque, ad individualismi, anche perché l’aumento dei positivi riguarda ormai tutte le regioni. I presidenti di Regione, inoltre, preferirebbero non avere sulle loro spalle tutto il peso degli eventuali provvedimenti da prendere. “Io le chiusure le ho fatte in molte località, ma siamo riusciti al massimo a gestire le vie principali, il resto è impossibile”, ha dichiarato il governatore della Campania Vincenzo De Luca. Altra richiesta è stata quella di non procedere con la chiusura delle singole città: oltre alla difficoltà di gestione, questo comporterebbe danni gravissimi. “No ai lockdown territoriali, se fermiamo Milano, fermiamo la Lombardia”, ha infatti affermato il presidente della Lombardia Attilio Fontana.
“Più ci sono misure nazionali più diamo un senso di uniformità perchè sarebbero piu facili da spiegare al Paese, anche perché la situazione è diffusa in tutto il Paese. Meglio qualche misura più restrittiva oggi per evitare di intervenire ogni settimana”, ha specificato anche il governatore dell’Emilia-Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, come riportato da “Agi“. Lo stesso Bonaccini ha poi avanzato la proposta di “bloccare la possibilità di circolazione dopo le 18”, come riportato da “Il Corriere”. Mentre Antonio Decaro, primo cittadino di Bari e presidente dell’Anci, ha chiesto la chiusura dei centri commerciali durante i fine settimana e degli sportelli scommesse in bar e tabacchi. Le chiusure, naturalmente, devono essere applicate in base al rischio di contagio.
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