Spunti sulla recessione di Carlos Calcada Bastos. A cura di E.C.S.O.!

Spunti sulla recessione di Carlos Calcada Bastos. A cura di E.C.S.O.!

1) Viviamo in una società distratta da quell’universo di cose che “non controlli” e “nemmeno puoi influenzare” come per esempio lo sport, il clima, i cataclismi, le disgrazie ed infine la politica di cui l’influenza individuale è espressa dal proprio voto!

2) Sebbene nella storia della civiltà ogni generazione si sia sempre trovata ad affrontare almeno una o più crisi sociali oltre alle a quelle individuali, siano queste sentimentali, finanziarie, di salute, di relazionamenti o di altro genere..
In qualsiasi aspetto della Vita, a monte di una crisi c’è ignoranza o distrazioni..

La nostra società non prepara le persone a sviluppare una cultura sulle crisi e nemmeno capacità per prevenirle o affrontarle.
Le crisi fanno parte del ciclo della Vita esattamente come le stagioni.. Il gioco è tenersi sempre pronti, insomma: “Prepararsi al peggio.. Aspettandosi il meglio”!

3) Viviamo in una società dove tutto “apparentemente” corre veloce, ma forse siamo solo noi che abbiamo perso rispetto del tempo e così ci troviamo a rincorrere la nostra stessa ombra.
La tecnologia aumenta, ma il nostro tempo diminuisce.. La tecnologia aumenta ma non proporzionalmente l’efficienza “individuale” nel nostro lavoro.. Anzi..
Così le persone sono portate a reagire e quindi a concentrarsi su quello che balza agli occhi ed in questo modo si perdono le “opportunità” che per loro natura non sono “evidenti”, infatti quando un’opportunità si fa evidente è già troppo tardi. Non è più una “opportunità”.

4) Anche molti imprenditori si sono solo lasciati prendere dalla folga del gestire il quotidiano, con le sue opportunità e le sue sfide, avendo così distolto lo sguardo dall’orizzonte ottico.. Ritrovandosi “tutto d’un tratto” in mezzo alla bufera.
5) La maggior parte dei fallimenti è per effetto del precedente benessere. E’ infatti il “benessere” a spronare molti imprenditori ad indebitarsi “eccessivamente” con le banche o a lasciare che alcuni clienti rappresentino una quota superiore al 10% del proprio giro d’affari esponendoli così alla vulnerabilità di qualsiasi improvviso cambiamento.
6) L’incapacità di sapersi rinnovare, di sapersi dare una nuova identità porta la moltitudine a battersi fino allo strenuo pur di trovare vie d’uscita alla propria crisi circoscritte però a quella identità che si sono dati. Così il fabbro, il taxista, l’edicolante, l’ingegnere, la segretaria, l’imprenditore si battono fino alla morte per trovare un modo di uscire dalla crisi del proprio settore, sia questo imprenditoriale o impiegatizio, rifiutandosi più semplicemente di acquisire quella “nuova” identità che potrebbe invece prosperare proprio in quella crisi.
Sebbene nella moltitudine rappresentino un numero esiguo, non sono infatti rari i casi di persone che a causa di crisi si sono trovati a doversi reinventare una nuova identità e.. scoprire il successo!

7) Essenzialmente le persone non vengono educate a trarre profitto della propria Vita in ogni sua espressione e non solo in quelle che “piacciono”, per questo invito le persone a considerare la mia definizione della Vita:

La Vita è un libro che non ci è dato di leggere due volte. Ogni giorno una pagina.
La moltitudine lo sfoglia..
Alcuni lo leggono..
Tu scrivilo!


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