
Le ultime elezioni a San Marino hanno portato a un complesso e delicato scenario politico.
La lista comprendente la Democrazia Cristiana (PDCS) e Alleanza Riformista (AR) è risultata come colei che ha ottenuto maggiore consenso e pertanto è al centro di intense trattative per la formazione del nuovo governo.
Nonostante AR abbia eletto solo quattro consiglieri, sta avanzando richieste che rischiano di bloccare o ritardare la nascita del futuro governo. Quindi ci troviamo in una situazione di stallo in cui Alleanza Riformista, a causa della legge elettorale assurda, costringe la ben più imponente, in termini numerici, Democrazia Cristiana a seguire le sue decisioni, avendo sottoscritto tra loro una coalizione, per quanto queste possano essere assurde.
AR, pare, abbia richiesto due segreterie di Stato, una richiesta sproporzionata rispetto ai suoi risultati elettorali che ricordiamo sono stati abbastanza modesti, superando di poco il quorum, e che ha visto eleggere solo quattro consiglieri. Questa mossa sta creando un impasse nelle trattative, in quanto la Democrazia Cristiana ritiene giustamente eccessiva tale pretesa. AR, dal canto suo, sta sfruttando il proprio peso negoziale per ottenere più potere, ma ciò sta compromettendo la stabilità politica del paese.
Del mandato avuto dagli elettori, ovvero quello di creare un governo stabile e soprattutto ANTI-CRICCA sembra non essere più presente, almeno in qualche forza politica più interessata alle poltrone che a combattere chi ha depauperato il paese e lo ha quasi ridotto sul lastrico. Il mandato, inutile nasconderci dietro ad un dito, è stato questo.
ANDATELO A DIRE AGLI ELETTORI, A QUELLI CHE VI HANNO VOTATO PERCHE’ SIETE SEMPRE STATI CONTRO LA CRICCA, CHE SIETE INTENZIONATI ORA A FARE UN GOVERNO DIVERSO!
Molti elettori vedono nelle azioni di AR un tentativo disperato di aumentare il proprio potere a spese della stabilità del paese.
La strategia di AR di puntare al ballottaggio con la DC e contro la coalizione PSD/Libera, che invece potrebbe essere la naturale alleata per un governo stabile ed ANTI-CRICCA, è percepita come un tradimento, soprattutto perché non resa pubblica durante la campagna elettorale. Se AR avesse dichiarato apertamente le proprie intenzioni ovvero quelle di andare al ballottaggio, probabilmente avrebbe ottenuto meno voti e molti non l’avrebbero aiutata; sicuramente non avrebbe passato il quorum.
La strategia di AR appare opportunistica, mirata a massimizzare il proprio potere a discapito della stabilità del paese. E questa a mio parere non è politica ma solo accaparramento di poltrone e affannata volontà di crescita di potere personale.
La maggioranza dei sammarinesi ha espresso un mandato chiaro e inequivocabile nelle urne: la volontà di un governo che possa combattere la nuova riedizione della CRICCA e impedire quanto avvenuto in passato che di fatto ha impoverito ed afflitto il paese. Gli elettori hanno votato chiaramente. AR sembra ignorarlo focalizzandosi invece su richieste che non riflettono il volere popolare e che sembrano più figlie di affermazioni e gratificazioni personali, come detto.
Il malcontento di AR sembra anche derivare da divergenze con alcuni eletti del PSD, partito che ora si è rafforzato con otto consiglieri, e che è parte integrante della coalizione con LIBERA.
L’ipotesi di andare al ballottaggio è considerata estremamente rischiosa per tutti, ma specialmente per la Democrazia Cristiana, che potrebbe perdere il forte consenso elettorale ottenuto pochi giorni fa.
In caso di sconfitta, molto probabile dato il sentimento anti-democristiano della popolazione sammarinese, la DC potrebbe vedere ridotto il numero dei propri consiglieri da 22 a circa 15/17, zero/uno per Alleanza Riformista, zero/uno per Rete, due per Motus e cinque per Repubblica Futura. I 17 consiglieri ”persi” da queste forze si aggiungerebbero ai 18 che la coalizione Libera/PSD ha ottenuto nelle ultime elezioni dandole la possibilità di governare con una maggioranza di 35 consiglieri
Indubbiamente un risultato tragico per chiunque dovesse perdere il ballottaggio, e che rievoca la ripartizione del Consiglio Grande e Generale dopo le elezioni del 2016 con il tragico governo di ADESSO.SM.
Secondo le nostre fonti, le trattative tra PDCS e AR sono ferme a causa delle richieste eccessive di AR e della sua indisponibilità a formare un governo di coalizione, a meno che non ottenga due segreterie invece della sola proposta dalla DC. La prospettiva di un ballottaggio è sempre più concreta, con possibili gravi conseguenze per la rappresentanza politica di entrambi i partiti.
Si spera in un governo che possa davvero rappresentare gli interessi del paese, che possa lottare contro LA CRICCA nuovamente emergente ed affrontare le sfide future con stabilità e coesione.
Fino ad ora non sembra che le cose stiano andando in questo modo. Purtroppo.
Marco Severini – direttore del GiornaleSM