Steelmec: il sindacato dice no al trasloco. Telegramma FLI-CSU al governo

In un telegramma inviato nel pomeriggio di giovedì 29 gennaio al Congresso di Stato, la Federazione Lavoratori Industria della CSU esprime preoccupazione sul futuro della Steelmec di Gualdicciolo, storica azienda metalmeccanica del gruppo SCM con oltre trent’anni di attività in Repubblica. Telegramma spedito al termine dell’assemblea che i segretari della  FLI-CSU, Enzo Merlini e Giorgio Felici, hanno tenuto in mattinata con i 43 dipendenti della Steelmec, e dalla quale è emersa

come “molto realistica” l’ipotesi del trasloco dell’azienda fuori da San Marino.
Scrivono Merlini e Felici: “Siamo venuti a conoscenza dello spostamento in Italia della dell’azienda, anche se  stessa non ha ancora formalizzato alcunché al riguardo. Preoccupati delle prospettive economiche ed occupazionali, si richiede incontro urgente ai Segretari di Stato al Lavoro e all’Industria, al fine di verificare e concordare eventuali strategie comuni”.
I segretari della Federazione industria hanno inoltre già chiesto “incontro chiarificatore” ai vertici della Steelmec. “La richiesta di incontro – fanno sapere – è stata accettata ed è  in calendario per il 20 febbraio”.
Del  trasloco della Steelmec, si è nel frattempo discusso anche all’interno del consiglio sindacale interregionale, organismo che raggruppa le organizzazioni sindacali sammarinesi ed emiliano romagnole. “Il trasferimento – affermano Merlini e Felici – è purtroppo una ipotesi molto realistica, che nasce dalla volontà dell’ SCM di fare fronte alla profonda recessione, che nel riminese ha già provocato oltre mille cassaintegrati, attraverso un piano di accorpamento delle diverse realtà produttive del gruppo. Resta il fatto che la Repubblica di San Marino deve lanciare un segnale chiaro e forte sulla volontà di rilanciare e sviluppare il settore industriale, a partire da un piano in grado di impedire l’abbandono di aziende importanti come la Steelmec”.
In questo senso, concludono i segretari della Federazione Industria, “siamo in  attesa di valutare se le intenzioni dell’SCM sono solo quelle di dislocare produttività e occupazione  fuori da San Marino, eventualità che incontrerebbe la nostra opposizione, oppure se il gruppo riminese intende potenziare e sviluppare le altre aziende sempre presenti in Repubblica”.

Comunicato stampa CSU

L’ARTICOLO DE LA VOCE DI ROMAGNA CHE DA’ LA NOTIZIA

Scm lascia la Repubblica di San Marino? Per ora è solo un’ipotesi, che non trova conferme ufficiali all’interno dello stesso gruppo, leader mondiale nella produzione di macchine per lavorare il le gno; ipotesi che soprattutto anche qualora si verificasse, dev’essere intesa non nel sen so di una smobilitazione, ma nell’ottica del riassetto organizzativo in corso. Tale riassetto, peraltro, potrebbe riguardare solo in parte gli asset, per dirla come gli esperti di finanza, che l’Scm possiede in Repubblica: l’Elettronica Sammarinese di Falciano, una sede della Minimax e la Steelmec di Gualdicciolo.
Le due aziende fanno parte di un universo, quello Scm, or mai esteso a 120 Paesi e 3.800 dipendenti. Lo scorso venerdì Roberto Monelini, nuovo direttor e generale del gruppo proveniente dalla veneta Brembo, ha incontrato i rappresentanti della triplice sindacale attivi nei 27 stabilimenti italiani ed esposto il piano di riassetto. L’obiettivo sembra proprio quello di razionalizzare le strutture di produzione e amministrative moltiplicatesi con la felice ‘campagna acquisti’ iniziata nel 2000. Le diverse aziende sarebbero quindi poste sotto un controllo maggiormente stretto da parte dalla capofila e ripartite in tre divisioni: macchine industriali, macchine artigiane e servizi. In quest’ottica,le mansioni ora svolte alla Steelmec sarebbero concentrate nel polo per carpenteria e verniciatura di Villa Verucchio, sulla Marecchiese, dove già si trovano la Gabbiani e la Mahros.
Dal punto di vista dei livelli occupazionali non vi dovreb bero essere assolutamente ri percussioni. I circa cinquanta lavoratori della Steebnec sono in gran parte italiani, e comunque lo spostamento è di nemmeno dieci chilometri.
Piuttosto, se la notizia sarà confermata, il valore di quell’irrisorio percorso sarebbe elevato dal punto di vista simboliCo: in un momento in cui l’economia sammarinese è di fronte a mportanti interrogativi, non da ultimo nelle relazioni con l’Italia, un pezzo di un importante gruppo industriale oltrepassa il copfine
Nell’lincontro con Cgil, Cisl e Uil, Monetini avrebbe sottolineato che il piano di riorganizzazione prescinde dalla difficile congiuntura economica internazionale, ma che certamente aiuterà il gruppo Scm,In questo momento non facile. Al momento, 1022 dipendenti di aziende della
Provincia di Rimini si trovano in cassa integrazione ordinaria per il periodo da febbraio fino al 4 aprile; una volta ripresa a pieno regIme l’attività commerciale, per tutti loro dovrebbe però arrivare il reintegro.

La Voce di Romagna – San Marino