Stop ai tamponi, a Pavia il test rapido col prelievo del sangue basta un’ora

Il San Matteo insieme allo Spallanzani di Roma ha completato gli studi per l’approvazione. Si parte entro il mese di marzo.

Un test rapido per accertare se una persona sia o meno stata colpita da Coronavirus. Un test che, attraverso un esame del sangue, svelerà il risultato in un’ora. Sarà il San Matteo di Pavia che, insieme allo Spallanzani di Roma ha completato gli studi necessari per supportarne l’approvazione, ad averne la disponibilità, probabilmente entro marzo.

Eccellenza Pavia

Per Fausto Baldanti, professore di “Microbiologia e Microbiologia clinica” nell’Università di Pavia e responsabile del laboratorio di Virologia molecolare del San Matteo, è motivo di «soddisfazione», per il fatto – spiega – «che il San Matteo, come lo Spallanzani, siano stati scelti come centri di rifermento».

DiaSorin, Spa che opera nei segmenti dell’immunodiagnostica e della diagnostica molecolare, ha annunciato il completamento di “Ce” e “Fda Eua”, presentandolo come «innovativo test molecolare per l’identificazione rapida del nuovo coronavirus Covid-19». Test che permetterà di ottenere risultati entro 60 minuti rispetto alle 5-7 ore attualmente necessarie con altre metodologie. «Ci siamo attivati non appena sono state rese pubbliche le informazioni sulla sequenza genetica del virus, collaborando con i Centri di riferimento italiani e statunitensi per sviluppare test molecolari veloci e accurati per fronteggiare questa emergenza sanitaria», hanno sottolineato i vertici della società. Spiegando: «Abbiamo analizzato oltre 150 sequenze virali pubblicate oggi nel database mondiale delle banche genetiche e disegnato un test destinato a rilevare tutte le varianti attualmente conosciute del Coronavirus Covid-19». E concludendo: «Riteniamo di fondamentale importanza sviluppare un test per l’identificazione del Coronavirus in grado di fornire risultati precisi in tempi rapidi e orientare al meglio le decisioni cliniche». Per Pavia, dunque, un motivo d’orgoglio: «È la dimostrazione che anche in questi momenti la ricerca non si è fermata per il miglioramento delle proposte diagnostiche e terapeutiche».

Ma l’Italia è in buona posizione anche nella ricerca sul vaccino. Potrebbe arrivare entro marzo il via libera ai test per il vaccino progettato dalla Takis, costruito al computer e ottenuto clonando un frammento dell’informazione genetica del virus nei filamenti circolari di Dna presenti nei batteri.

I vaccini

Un’altra azienda italiana, la ReiThera, attende in aprile il via libera per i test del vaccino basato su un adenovirus degli scimpanzé, reso inoffensivo e trasformato in una navetta che trasporta la sequenza genetica della proteina spike, ossia l’arma che il coronavirus utilizza per invadere le cellule del sistema respiratorio umano. E, sempre in Italia, la Irbm, si prepara a produrre il vaccino progettato dall’Istituto Jenner dell’università di Oxford nel suo laboratorio Gmp per preparare le dosi necessarie ai test che saranno condotti in Gran Bretagna. Nel mondo i progetti di vaccino allo studio sono una ventina.

La provincia Pavese